L'Anpi, attraverso i suoi legali, ha presentato al prefetto della provincia di Roma, istanza di annullamento del decreto di autorizzazione all'intitolazione di una Piazza a Giorgio Almirante, nel comune di Ladispoli, alle porte della Capitale. L'istanza è stata inviata a nome della Presidente nazionale Carla Nespolo dal Vice Presidente nazionale ANPI, e legale dell'Associazione, l'avvocato Emilio Ricci.
"Dedicare una strada pubblica a Giorgio Almirante - si legge nel testo - vuol dire celebrarlo e celebrare il fascismo. Consentire la celebrazione di Giorgio Almirante significa disattendere e violare il dettato della Costituzione. La XII disposizione di attuazione della Carta vieta la ricostruzione del partito fascista e quindi i valori del fascismo. La legge Scelba e la legge Mancino, infatti, sanzionano in maniera anche penalmente rilevante l'apologia del fascismo quando apologia vuol dire esaltazione del regime, esaltazione dei principi, delle figure che al fascismo hanno fatto riferimento. L'articolo 4 della legge 20 giugno 1952, numero 645, infatti, punisce 'chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo'".
Nell'istanza, si fa presente che "consentire l'intitolazione della strada a Giorgio Almirante costituirebbe apologia del fascismo. Né si può affermare che vietando la celebrazione si neghino le libertà costituzionalmente tutelate come quella di manifestazione del pensiero. La Corte europea dei diritti dell'uomo, con una sentenza del 2015, ha espresso il principio per cui taluni diritti si possano anche comprimere nel momento in cui questi non sono conformi a quelli che sono i principi generali dell'ordinamento costituzionale dei vari Paesi. Allo stesso tempo - si legge ancora - intitolare una strada pubblica a Giorgio Almirante integrerebbe gli estremi del reato di apologia di delitto. Poiché è indubitabile che la figura di Giorgio Almirante rievochi ed esalti i metodi fascisti, la sua celebrazione è certamente interpretabile come apologia dei reati commessi".