"È la prima volta che in Vaticano la pentola viene scoperchiata da dentro e non da fuori". Così Papa Francesco sul volo di ritorno dal Giappone riguardo allo scandalo finanziario che ha coinvolto il Vaticano. "Da fuori tante volte. Ma in questo Papa Benedetto è stato saggio, ha incominciato un processo che è maturato e adesso le istituzioni" funzionano, ha sottolineato, tanto che "il Revisore ha avuto il coraggio di fare una denuncia scritta contro cinque persone. Sta funzionando il Revisore. Davvero non voglio offendere il gruppo Egmont che fa tanto bene e aiuta, ma in questo caso la sovranità appartiene allo Stato, anche la giustizia è più sovrana del potere esecutivo".
"In questi giorni cominceranno, o sono iniziati, gli interrogatori" delle cinque persone "bloccate perché c'erano indizi di corruzione", "ho firmato io il mandato", ha aggiunto il Pontefice precisando che la denuncia "non è venuta da fuori". Poi ha riferito che il Revisore dei conti lo aveva informato che c'era qualcosa che non funzionava. E lo stesso Papa lo ha invitato a fare "la denuncia al Promotore giustizia" firmando lui stesso "le autorizzazioni per fare le perquisizioni".
È stata fatta la perquisizione in cinque uffici, e "oggi sebbene ci sia la presunzione di innocenza ci sono i capitali che non sono amministrati bene, e c'è anche corruzione", ha continuato. "Credo che in meno di un mese inizieranno gli interrogatori", "lei potrà dirmi 'ma questi cinque sono corrotti?' No, la presunzione è una garanzia per tutti, un diritto umano, ma c'è corruzione e si vede. Con le perquisizioni si vedrà se sono colpevoli o no". "È una cosa brutta, e non è bello che succedano queste cose in Vaticano - ha proseguito -, ma è stato chiarito dai meccanismi interni che cominciano a funzionare e che il Papa Benedetto aveva iniziato a fare. Per questo io ringrazio Dio: non che ci sia la corruzione, ma che il sistema del controllo vaticano funziona bene", ha aggiunto.
René Brulhart, direttore dell'Aif, l'Autorità di Informazione Finanziaria del Vaticano, "è sospeso perché c'erano dei sospetti di non buona amministrazione" e l'Aif è sospettata di non aver fatto "il suo dovere che era di controllare", ha detto Francesco criticando i vertici dell'organismo di antiriciclaggio interno.
Brulhart, che si è dimesso e forse potrebbe essere sostituito già domani, "ha fatto forza - ha spiegato il Pontefice - con il gruppo Egmont (il coordinamento informale delle Autorità antiriciclaggio) per riprendere la documentazione". Ma "la giustizia davanti a una accusa di una corruzione è sovrana in un Paese, nessuno può immischiarsi".
Il mandato del presidente Aif scadeva il 19 novembre, ha proseguito Francesco. "Lo chiamai alcuni giorni prima e lui non se n'è accorto che lo stavo chiamando, mi ha detto, e ho annunciato che il 19 lasciava. Io ho trovato già il successore, un magistrato di altissimo livello giuridico, economico, nazionale e internazionale e al mio rientro prenderà incarico. Sarebbe stato un controsenso che l'Autorità di controllo fosse sovrana sopra lo Stato".
"Il gruppo Egmont è un gruppo privato", ha aggiunto, ma è Moneyval (l'organismo di controllo finanziario del Consiglio d'Europa, ndr) a fare "l'ispezione. L'ha programmata per i primi mesi dell'anno prossimo e la farà". "Qualcuno mi ha detto che con questo abbiamo toccato il gruppo Egmont, la gente si spaventa" ma così si fa "un po' di terrorismo". Ma, ha detto Francesco, "Noi andiamo avanti con la legge, con Moneyval, col nuovo presidente dell'Aif. E il direttore è sospeso, magari fosse innocente. Io vorrei perché è una cosa bella se una persona è innocente e non colpevole. Ma è stato fatto un po' di rumore con questo gruppo che non voleva che toccassero le carte che appartenevano al gruppo".