"Chiedo perdono - in nome della Chiesa al Signore e a voi - per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele, e non siamo stati capaci di riconoscervi, apprezzarvi e difendervi nella vostra peculiarità". È lo storico mea culpa di Papa Francesco che a Blaj, nel quartiere di Barbu Lautaru, ha rivolto alla comunità Rom che qui vi risiede.
"Nel cuore porto però un peso. E' il peso delle discriminazioni, delle segregazioni e dei maltrattamenti subiti dalle vostre comunità". Papa Francesco si rivolge così alla comunità Rom di Blaj incontrata nel quartiere di Barbu Lautaru. "La storia ci dice che anche i cristiani, anche i cattolici non sono estranei a tanto male", ha sottolineato il Pontefice che ha pronunciato un mea culpa, chiedendo perdono "in nome della Chiesa al Signore e a voi".
"A Caino non importa il fratello. È nell'indifferenza che si alimentano pregiudizi e si fomentano rancori", ha continuato Papa Francesco. "Quante volte giudichiamo in modo avventato, con parole che feriscono, con atteggiamenti che seminano odio e creano distanze!". "Quando qualcuno viene lasciato indietro, la famiglia umana non cammina".