Una ragazza ha confidato a Papa Francesco (e agli oltre 70 mila ragazzi presenti al Circo Massimo per l'incontro che ha concluso l'inedito pellegrinaggio dei giovani italiani ai santuari più importanti della Penisola): "mi vergogno di dire 'sono fidanzata', è più semplice dire 'sto con lui'"."Quale è il compito dell’uomo?", si è chiesto in risposta il Papa, che ha aggiunto: "scegliere, poter decidere di sé sembra essere l’espressione più alta di libertà. E in un certo senso lo è. Ma l’idea di scelta che oggi respiriamo è un’idea di libertà senza vincoli, senza impegni e sempre con qualche via di fuga: 'Scelgo, però...'. C’è sempre un 'però', che a volte diventa più grande della scelta e la soffoca. È così che la libertà si sgretola e non mantiene più le sue promesse di vita e felicità. E allora concludiamo che anche la libertà è un inganno e che la felicità non esiste. La libertà di ciascuno è un dono grande, che non ammette mezze misure. Ma come ogni dono va accolto, e lo riceviamo nella misura in cui apriamo la mente, il cuore, la vita... Con i 'ma, boh, forse, non so...'. Semplicemente lo si rifiuta, si dimostra di non aver capito di cosa si tratta e quanto sia importante. Certo - ha ammesso Francesco - dire 'sì' può fare paura, mettere in ansia, riempire la testa di pensieri negativi".
L'appello ai genitori: non spingete i vostri figli alla doppia vita
"I giovani sanno bene quando c'è il vero amore e quando è semplice entusiasmo amoroso. L’amore è la vita, e se viene oggi perché debbo aspettare tre quattro cinque anni per farlo crescere per farlo stabile? Un ideale così, quando è maturo si deve spostarlo più avanti?". ha poi aggiunto Papa Francesco che ha motivato così l'appello che ha poi rivolto i genitori dei ragazzi delle diocesi italiane presenti questa sera al Circo Massimo.
"Chiedo ai genitori di aiutare i giovani a maturarlo questo amore, a non spostarlo più avanti. Ma l’amore vero, quando c’è l’amore vero, e non solo l’entusiasmo. Aiutate i ragazzi a mostrare quella carta d’identità nuova del loro amore. Nella vita c'è tutto un mondo di condizionamenti, ai ragazzi dicono: 'attento c’è un’altra cosa: tu vuoi sposarti, va bene, ma aspetta, facciamo una cosa e tu cominci a vivere la doppia vita". "Avete capito. Il nemico è non solo aspettare ma anche fare la doppia vita, così l’amore si perde se ne va. Nel vero amore l’amore deve essere sincero generoso. Devi mettere tutta la carne sulla grigliata, diciamo in Argentina".
"Dio - ha ricordato Francesco - li ha fatti maschio e femmina, tutti e due a sua immagine e somiglianza, questo è l’amore, quando vedi in matrimonio una coppia, un uomo e una donna che vanno avanti nella vita lì c’è l’immagine e somiglianza di Dio. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre.
Una Chiesa che non sia solo fumo
"Abbiamo bisogno di adulti - ha affermato il Papa - che ci ricordino quanto è bello sognare in due! Abbiamo bisogno di adulti che pazientino nello starci vicino e così ci insegnino la pazienza di stare accanto; che ci ascoltino nel profondo e ci insegnino ad ascoltare, piuttosto che ad avere sempre ragione! Abbiamo bisogno di punti di riferimento, appassionati e solidali. Non pensa che all’orizzonte siano rare le figure di adulti davvero stimolanti? Perché gli adulti stanno perdendo il senso della società, dell’aiuto reciproco, dell’impegno per il mondo e nelle relazioni? Perché questo tocca qualche volta anche i preti e gli educatori? Io credo che valga sempre la pena di essere madri, padri, amici, fratelli... per la vita! E non voglio smettere di crederci!".
Lo scandalo di una Chiesa chiusa
Poi ha Francesco risposto a una domanda molto forte sull'incoerenza dei comportamenti di uomini di Chiesa. "Gli inutili fasti e i frequenti scandali rendono ormai la Chiesa poco credibile ai nostri occhi. Santo Padre, con quali occhi possiamo rileggere tutto questo?". A questa domanda di un ragazzo al Circo Massimo, Papa Francesco ha risposto: "lo scandalo è una Chiesa formale una Chiesa chiusa. La Chiesa deve uscire deve dare le cure palliative che rendono meno doloroso il cammino della vita di molti. Uscire da se stessi andare al di là delle frontiere che ci danno sicurezza, il cammino della testimonianza. Tante volte la nostra Chiesa resta chiusa, perché siamo peccatori. Nella Bibbia Dio dice: 'Io busso alla tua porta'. Ma bussa da dentro perché lo lasciamo uscire. Il clericalismo è la perversione della Chiesa. La Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo".
"Ci vuole coraggio"
“Camminando insieme, in questi giorni, avete sperimentato – ha sottolineato infine il Papa nell’omelia conclusiva dell’incontro del Circo Massimo – quanto costa fatica accogliere il fratello o la sorella che mi sta accanto, ma anche quanta gioia può darmi la sua presenza se la ricevo nella mia vita senza pregiudizi e chiusure. Camminare soli permette di essere svincolati da tutto, ma camminare insieme ci fa diventare un popolo, il popolo di Dio. E questo dà sicurezza: la sicurezza dell’appartenenza al popolo di Dio… E col popolo di Dio ti senti sicuro”.
“Ci vuole il coraggio – ha detto infine – di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna. Sarò felice di vedervi correre più forte di chi nella Chiesa è un po’ lento e timoroso, attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente”. “Lo Spirito Santo – ha quindi concluso – vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci, come Giovanni aspettò Pietro davanti al sepolcro vuoto”.