"La ricchezza può spingere a erigere muri, creare divisioni e discriminazioni. Gesù, al contrario, invita i suoi discepoli ad invertire la rotta: 'Fatevi degli amici con la ricchezza'. È un invito a saper trasformare beni e ricchezze in relazioni, perché le persone valgono più delle cose e contano più delle ricchezze possedute". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus domenicale da Piazza San Pietro, commentando la parabola contenuta nel Vangelo che ha come protagonista un amministratore "furbo e disonesto che, accusato di aver dilapidato i beni del padrone, sta per essere licenziato".
"Gesù presenta questo esempio non certo per esortare alla disonestà, ma alla scaltrezza. Infatti sottolinea: 'Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza', cioè con quel misto di intelligenza e furbizia, che ti permette di superare situazioni difficili. La chiave di lettura di questo racconto sta nell'invito di Gesu': 'Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne'. La 'ricchezza disonestà' è il denaro - detto anche 'sterco del diavolo' - e in generale i beni materiali".
"Nella vita, infatti, - aggiunge - porta frutto non chi ha tante ricchezze, ma chi crea e mantiene vivi tanti legami, tante relazioni, tante amicizie attraverso le diverse 'ricchezze', cioè i diversi doni di cui Dio l'ha dotato. Ma Gesù indica anche la finalità ultima della sua esortazione: 'Fatevi degli amici con la ricchezza, perché essi vi accolgano nelle dimore eterne'. Ad accoglierci in Paradiso, se saremo capaci di trasformare le ricchezze in strumenti di fraternità e di solidarietà, non ci sarà soltanto Dio, ma anche coloro con i quali abbiamo condiviso, amministrandolo bene, quanto il Signore ha messo nelle nostre mani".