Il Papa usa la metafora di una strada piena di buche per indicare il cammino che deve seguire un cristiano durante l'Avvento: "Anzitutto siamo chiamati a bonificare gli avvallamenti prodotti dalla freddezza e dall'indifferenza, aprendoci agli altri con gli stessi sentimenti di Gesù, cioè con quella cordialità e attenzione fraterna che si fa carico delle necessità del prossimo". Così Papa Francesco nella breve catechesi che ha preceduto l'Angelus, facendo poi a braccio un esempio che i romani (e non solo loro) hanno compreso molto bene: nel rapporto con gli altri, ha spiegato, "è come una strada, non si cammina se ci sono troppe buche".
Il Papa ha esortato poi a "una premura speciale per i più bisognosi" ma anche ad "abbassare tante asprezze causate dall'orgoglio e dalla superbia, compiendo gesti concreti di riconciliazione con i nostri fratelli, di richiesta di perdono delle nostre colpe". La conversione, infatti, è completa se conduce a riconoscere umilmente i nostri sbagli, le nostre infedeltà e inadempienze".
Secondo il Papa, "il credente è colui che, attraverso il suo farsi vicino al fratello, come Giovanni il Battista apre strade nel deserto, cioè indica prospettive di speranza anche in quei contesti esistenziali impervi, segnati dal fallimento e dalla sconfitta". "Non possiamo arrenderci - ha spiegato - di fronte alle situazioni negative di chiusura e di rifiuto; non dobbiamo lasciarci assoggettare dalla mentalità del mondo, perché il centro della nostra vita è Gesù e la sua parola di luce, di amore, di consolazione. Il Battista invitava alla conversione la gente del suo tempo con forza, vigore e severità".