Artisti e ragazzi dei collettivi culturali della Capitale hanno 'occupato' pacificamente Palazzo Nardini, nel centro di Roma, esponendo uno striscione con su scritto 'Roma sogna'. "Con la liberazione di Palazzo Nardini inauguriamo 72 ore di apertura degli spazi in giro per la città", si legge sul profilo Facebook di 'Leggi Scomodo', realtà culturale e sociale gestita da giovani studenti romani (Scomodo è anche il nome della rivista che pubblicano).
"Oggi, 9 Giugno 2018, realtà artistiche e culturali, civili e sociali, si uniscono per avviare 72 ore durante le quali verranno riaperti alla collettività spazi dove sperimentare pratiche di innovazione artistica e trasformazione sociale - fa sapere 'Scomodo' - un'esperienza che, per la pluralità di realtà coinvolte e per la trasversalità degli spazi nei quali prende luogo, rappresenta un momento unico nella storia recente della nostra città".
L'appuntamento è oggi alle 15 davanti al Senato, da lì vi porteremo in un luogo che non avete mai visto #noantricittadiniplanetari uno spazio che faremo rivivere con performance artistiche ed espressive,con i ragazzi di Scomodo e il collettivo Stalker, in nome di una città aperta
— Termini TV (@TerminiTv) 9 giugno 2018
Scrivono ancora i ragazzi in un comunicato: "In una città paralizzata dall'azione contraddittoria e spesso conflittuale delle istituzioni, che hanno reso inaccessibili al pubblico utilizzo molti degli spazi più significativi, con costi immensi per la collettività, bisogna ripartire da questi luoghi e da un loro utilizzo sociale e culturale sostenibile e innovativo, per tornare a volgere lo sguardo al futuro".
Un momento di sensibilizzazione, dunque, che vedrà per "tre giorni - spiegano i giovani di 'Scomodo' - il teatro India come punto di partenza per un'azione volta a liberare gli spazi abbandonati della nostra città, restituendoli al godimento pubblico". Per questo domenica alle ore 17 presso il teatro India sono invitati organi di stampa, rappresentanti delle istituzioni, artisti e operatori culturali tutte le componenti della società civile per un momento pubblico di condivisione, dibattito e confronto.
Lo storico immobile di via del Governo Vecchio, che fu sede della Pretura di Roma e poi Casa delle Donne, è stato di recente acquistato per svariati milioni di euro dalla Invimit (era di proprietà della Regione), scrive il Corriere della Sera, ma di recente il Mibact l’ha definito monumento nazionale e dichiarato inalienabile. "Davanti a questa situazione di blocco e davanti ad un procedimento che rischia di tenere bloccato per dieci anni questo posto - spiega Lorenzo Romito al Corriere - facendolo andare in rovina per le intemperie, noi vogliamo proporre l’arte e la ricerca artistica come unici strumenti che possono conservarlo in questo periodo".
Dopo l’arrivo di carabinieri e polizia è andato Luca Bergamo, vicesindaco e assessore alla Cultura del Campidoglio, a parlare con loro. "Sono convinto che luoghi speciali come Palazzo Nardini, ricchi di bellezza e storia, debbano essere destinati ad ospitare cultura e vita civile e non ceduti per farne alberghi di lusso", ha detto il vicesindaco. "Mi sono impegnato a parlare con Invimit già lunedì mattina, per verificare se sia possibile mettere a disposizione per un periodo limitato Palazzo Nardini per un progetto culturale sperimentale aperto alla città insieme alle associazioni che oggi lo hanno aperto al pubblico con un blitz a sorpresa. Dopo che avrò parlato con Invimit, e chi ne detiene la proprietà, incontrerò nuovamente le associazioni interessate. Ringrazio la Questura di Roma per la collaborazione".
Leggi anche l'articolo di Repubblica.