L’appuntamento è a Milano per la fine di ottobre: migliaia di collezionisti e appassionati sono attesi negli spazi del Centro svizzero di Piazza Cavour per provare ad aggiudicarsi una o più delle decine di opere di autore messe all’asta da Pandolfini con il titolo "Tesori ritrovati, impressionisti e capolavori moderni da una raccolta privata". Quadri di Van Gogh, Renoir, Monet, Picasso, disegni di Modigliani e Segantini, sculture di Messina: il valore minimo complessivo, a partire dalle valutazioni iniziali, è compreso fra i 6 e gli 8 milioni di euro, ma Pietro De Bernardi, amministratore delegato della casa d’aste si aspetta, come ha detto all’Agi, “rialzi consistenti su molti lotti proposti, compresi i più importanti”.
Si tratta delle opere di una collezione appartenuta nell’ultima parte del secolo scorso a Calisto Tanzi, l’imprenditore parmense protagonista nel 2003 di una bancarotta storica, con un buco da 14 miliardi per il gruppo Parmalat, che ha coinvolto 38 mila risparmiatori.
Balla: Finestra du Düsseldorf
Per alcuni anni dopo il "crac" si era favoleggiato di proprietà e di un vero e proprio tesoro di quadri preziosi, di cui però l’imprenditore, durante le udienze del lungo processo che l’ha visto protagonista, aveva sempre negato l’esistenza. Fino a quel giorno di fine novembre 2009 in cui una puntata di Report aveva parlato di un trasporto notturno di quadri per sfuggire ai sequestri nella prima fase dell’inchiesta.
Da allora e nel corso di un paio d'anni, la Guardia di Finanza ha recuperato decine e decine di opere: oltre 100, per un valore che la stampa all’epoca ha stimato in 28 milioni. Ora, 10 anni dopo, una parte della collezione va all’asta. Il lotto più importante è di 55 opere, fra cui i pezzi più preziosi, un Monet la cui valutazione iniziale è fra gli 800 mila euro e il milione e 200 mila (ma ai tempi del suo ritrovamento in una cantina del parmense si era parlato di 10 milioni) e una natura morta dipinta da Picasso nel 1944, identica stima iniziale.
Saranno “battuti” il 29 ottobre, dopo essere stati per qualche giorno in esposizione: ma già 12 mila persone li hanno visti alla mostra organizzata nei giorni scorsi a Parma, e altre sono attese a Firenze, dove Pandolfini ha sede al Palazzo Ramirez Montalvo e la collezione sarà esposta fra il 20 e il 22 settembre, e a Roma, in via Margutta, dal 10 al 12 ottobre. “Ci aspettiamo una grande affluenza di pubblico in sala – ha detto ancora De Bernardi - anche perché si tratta di un evento che non ha precedenti in Italia”.
Van Gogh: Pollard willow
A Pandolfini sono già giunte “richieste di Condition Report da tutto il mondo e interesse da parte di collezionisti, Fondazioni e Musei internazionali. Tutto però si concretizzerà in date più vicine all’asta”, ha aggiunto.
Fra le opere più attese, ci sono la Finestra di Dusseldorf di Giacomo Balla, dipinta nel 1912, due opere di Vincent Van Gogh, due di Kandinskij, oltre a dipinti e disegni di Pissarro, Monet, Manet, Magritte, Toulouse Lautrec, Cézanne, Paul Signac, Chagall, Mirò, Matisse. Fra gli italiani Zandomeneghi, Segantini, De Nittis, Boccioni. Ligabue.
Monet: Faleise du petit Ailly à Varengeville
Anche se le firme su alcuni quadri sono dichiaratamente apocrife, e se alcuni critici storcono il naso davanti a opere non sempre considerate capolavori, a suo tempo per acquistarli l’imprenditore aveva, secondo le ricostruzioni dei magistrati, stornato diversi miliardi dai conti Parmalat. Mentre l’ex patron ormai ultraottantenne sconta la sua condanna definitiva a oltre 17 anni ai domiciliari, i suoi intermediari, i galleristi trentini Paolo Dal Bosco e Giovanna Dellana, che negli anni ’90 gli avevano procurato la cospicua collezione, hanno patteggiato con i giudici nel 2011: un anno e mezzo ciascuno per concorso in bancarotta fraudolenta.