AGI - Nella Domenica delle Palme, che dà inizio ai riti della Settimana Santa, Papa Francesco ha voluto ancora una volta essere vicino al suo popolo. Al termine della messa, celebrata dal cardinale Leonardo Sandri, vice decano del Collegio Cardinalizio, il Pontefice è arrivato in piazza San Pietro, in sedia a rotelle e senza naselli per l'ossigeno. Circa dieci minuti per raggiungere il sagrato, salutare la prima fila dei fedeli e per augurare "Buona Domenica delle Palme! Buona Settimana Santa!".
È la seconda volta, dalla fine del suo ricovero al Gemelli, che Francesco si mostra in piazza, davanti alla Basilica (la prima fu in occasione della messa per il Giubileo degli ammalati e del mondo della Sanità, domenica scorsa). E per i pellegrini e i fedeli, oggi erano oltre 20 mila, è sempre una sorpresa. Altre due uscite non programmate di un Bergoglio ancora convalescente, sono state il 10 aprile, all'interno della Basilica di San Pietro e ieri, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, per pregare davanti all'icona della Salus Populi Romani. Stamani, rientrando in San Pietro, il Papa ha sostato in raccoglimento davanti alla tomba di San Pio X e al monumento dedicato a Benedetto XV.
Nell'omelia della messa delle Palme, letta dal cardinale Sandri, il Papa commentando la figura di Simone di Cirene, che si imbatte nel cammino verso il Calvario di Gesu' e che viene costretto dai soldati a portare la sua croce, ha invitato a seguire il suo passo, per diventare "cirenei gli uni per gli altri", portando "la croce non al collo ma nel cuore", e non solo la nostra croce, "ma anche quella di chi soffre accanto a noi" per essere capaci di vedere il Signore nei "volti, straziati dalla guerra e dalla miseria".
"La passione di Gesù diventa compassione quando tendiamo la mano a chi non ce la fa più, quando solleviamo chi è caduto, quando abbracciamo chi è sconfortato", ha precisato osservando che "davanti all'atroce ingiustizia del male, portare la croce di Cristo non è mai vano, anzi, è la maniera più concreta di condividere il suo amore salvifico". E il "grande miracolo della misericordia" lo si può sperimentare proprio durante la Settimana Santa.
Nell'Angelus, il cui testo è stato anche questa volta, solo diffuso, Papa Francesco ha ringraziato per le preghiere a lui riservate dai fedeli, che "in questo momento di debolezza fisica" lo hanno aiutato a sentire "ancora di più la vicinanza, la compassione e la tenerezza di Dio". E poi ha ricordato che tutti hanno dolori fisici o morali e la fede aiuta "a non cedere alla disperazione" o a chiudersi "nell'amarezza, ma ad affrontarli" sentendosi avvolti "dall'abbraccio provvidente e misericordioso del Padre".
Poi ha chiesto di affidare al Signore "tutti i sofferenti, specialmente chi e' colpito dalla guerra, dalla povertà o dai disastri naturali". "In particolare, Dio accolga nella sua pace le vittime del crollo di un locale a Santo Domingo, e conforti i loro familiari". Ricordando che il 15 aprile ricorrerà il secondo triste anniversario dell'inizio del conflitto in Sudan, Bergoglio ha rinnovato il suo accorato appello affinché si ponga fine alle violenze e si intraprendano percorsi di dialogo.
"La sofferenza dei bambini, delle donne e delle persone vulnerabili grida al cielo e ci implora di agire", ha scritto il Papa che alla Comunità internazionale chiede di non far mancare gli aiuti essenziali alle popolazioni. E nelle preghiere del Papa, anche il Libano, la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Sud Sudan. "Venga finalmente la pace", la sua supplica.