AGI - "Il problema per molti giovani calciatori sono i loro genitori, mandano il loro figlio a giocare a calcio senza chiedere una sua opinione, il bambino lo sente e gioca per forza. Questo è sbagliato". Lo ha detto Francesco Totti nel corso della trasmissione 'Vse na Match!' ('tutti alla partita') andata in onda sul canale sportivo russo Match Tv.
Lo storico ex capitano della Roma è a Mosca perché questa sera sarà all''Irina Viner-Usmanova Gymnastics Palace' nella grande area sportiva Luzhniki nelle vesti di ospite speciale dell''RB International Award', uno degli eventi più importanti nel campo dello sport e delle scommesse organizzato dal portale Bookmaker Rating.
Totti, che ieri sera ha cenato in uno dei più noti ristoranti italiani nella capitale russa nella zona di Barrikadnaja, anche in Russia è considerato una 'leggenda': ii media russi lo definiscono l''Imperatore di Roma'. "Penso che ogni giovane abbia i suoi obiettivi e i suoi sogni, molte persone vorrebbero diventare giocatori di Serie A e i giovani hanno bisogno di aiuto - ha aggiunto Totti accolto nella capitale russa da una leggera nevicata -. Mio figlio Christian (19 anni) gioca a calcio con piacere (con l'Olbia in serie D, ndr), si diverte a giocare. Purtroppo è lui a portare il peso del nostro cognome".
L'ex attaccante della Roma e della Nazionale italiana ai media russi ha anche ricordato l'incontro di Champions League a Mosca del 25 novembre 2014 contro il Cska. Allo scadere del primo tempo, Totti portò in vantaggio i giallorossi su punizione. "Ricordo quella partita con il Cska, avevo segnato un gol bellissimo su calcio di punizione e ho aperto le marcature - ha ricordato l'ex bomber -. A Mosca faceva un freddo terribile, era gelido (-12 gradi, ndr), me lo ricordo bene, poi il Cska ha pareggiato e la partita è finita 1 a 1".
Infine, Francesco Totti ha parlato di aspetti extra sport. "Per me è un grande onore e un grande piacere tornare qui - ha aggiunto nell'intervista a Match Tv -. Negli ultimi anni nella mia vita è cambiato tutto. La mia partita d'addio nel 2017 è stata incredibile, ero felice che l'intera giornata fosse dedicata a me, ma allo stesso tempo ero preoccupato per la fine di un intero capitolo della mia vita. È stato particolarmente difficile contenere l'entusiasmo nello spogliatoio quando ho indossato la maglia da gioco per l'ultima volta".
Totti ha concluso dicendo, "dopo aver chiuso la mia carriera sono stato dirigente per due anni ma ora vivo per il mio piacere, quando giocavo la mia vita privata era praticamente inesistente, ho sempre pensato che una volta terminata la carriera la mia vita sarebbe diventata subito tranquilla ma in realtà, per alcuni aspetti, la situazione è addirittura peggiorata: prima mi identificavo completamente con la Roma, con tutta la squadra, ora non è più così".