AGI - Eppure quella volta non si mostrò poi così infastidito dalle "facce d'aceto". Felice no, sorpreso sicuramente. Da tanto slancio improvviso. Papa Francesco travolto dall'entusiasmo di un gruppo di suore di clausura, alla loro prima uscita in via del tutto eccezionale e autorizzate dall'allora arcivescovo di Napoli, l cardinale Crescenzio Sepe, che, natali a Nola, non seppe trattenere qualche colorita espressione napoletana.
Marzo 2015, Papa Francesco decide di dedicare una visita pastorale al capoluogo partenopeo. Lì pronunciò un'altra delle sue espressioni a metà strada tra la fine del mondo e l'Italia: "La camorra spuzza". Era a Scampia, in una piazza gremita come neppure per i funerali di don Pietro Savastano, nella scena cult di Gomorra.
Poi si spostò nel Duomo di Napoli, dove il cerimoniale predisposto dal cardinale Sepe prevedeva appunto una gentile concessione alle suore di clausura di vari monasteri. Erano sette, scelte a rappresentare le decine di sorelle dedite alla preghiera e al lavoro, senza contatti con l'esterno.
Avrebbero dovuto sfilare sull'altare maggiore, composte e timorate, al cenno di monsignore. Ma Sepe non riuscì neppure a completare la frase che le avrebbe introdotte all'udienza papale, che le suore si lanciarono a rotta di collo intorno alla sedia del Pontefice, portando doni, afferrando la talare bianca del Papa, e stringendo le sue mani mentre Sepe le invitava, senza successo, a contenersi e dimostrando di conoscere anche la più scapestrata del gruppo: "Mannaggia, ue', è semp essa! Guarda là!". Le telecamere di Rai Vaticano immortalarono il momento, e soprattutto la smorfia di Sua Santità, che oggi assume un significato certamente più tondo.