AGI - È stata fissata al 15 gennaio davanti alla Corte d'Appello di Milano con inizio alle 9 l'udienza in cui si discuterà se confermare la custodia in carcere o accogliere la richiesta di domiciliari per Abedini, l'ingegnere dei droni arrestato su richiesta degli Usa e detenuto a Opera.
Mohammad Abedini Najafabadi "è sempre più incredulo per le accuse mosse dagli Usa nei suoi confronti, non ha motivi per lamentarsi della detenzione ed è preoccupato per la famiglia, in particolare per il figlio che non è ancora riuscito a sentire". Lo riferisce il suo legale, Alfredo De Francesco, dopo il colloquio avuto con l'ingegnere iraniano nel carcere di Opera.
Abedini ha chiesto l'autorizzazione per sentirsi nuovamente per telefono con la moglie ed è stato messo al corrente dal difensore del parere negativo espresso dalla Procura Generale sulla richiesta di domiciliari. "Gli ho spiegato che era prevedibile ma che a decidere saranno i giudici e abbiamo guardato insieme alcuni documenti. Sono fiducioso che possano concedergli i domiciliari".
Nel parere, la procuratrice Francesca Nanni fonda il suo 'no' anche sulla distanza di circa tre chilometri tra il consolato e l'appartamento di proprietà della rappresentanza diplomatica. Una 'lontananza' che non contribuirebbe a escludere il pericolo di fuga ma la Procura Generale, di qui all'udienza del 15 gennaio, ha la possibilità di cambiare idea.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio può revocare la misura cautelare in carcere in qualsiasi momento ma la scelta se applicare i domiciliari o altre misure spetterebbe comunque alla magistratura.
Il collegio di tre persone, presieduto dalla giudice Flavia Nasi, dovrà sostanzialmente valutare se c’è il pericolo che Mohammad Abedini Najafabadi fugga. L'udienza non poteva essere fissata prima, spiegano in ambienti giudiziari, per i tempi fissati dalla legge che lascia una decina di giorni anche a garanzia della difesa per raccogliere elementi a suo favore.
Le rassicurazioni portate nell'istanza dall'avvocato Alfredo De Francesco non hanno convinto la procuratrice generale Francesca Nanni che ieri ha espresso parere negativo. Subito dopo, il legale ha depositato nuovi documenti alla Corte con l'intervento dell'Ambasciata iraniana come 'garante' che l'ingegnere non fugga.
La valutazione dei domiciliari avrà come oggetto il tema del pericolo di fuga mentre il merito verrà affrontato solo quando, tra almeno un mese, le carte americane arriveranno sul tavolo dei magistrati milanesi.
Tra gli elementi che saranno analizzati anche il fatto che il Corpo di Guardia della Rivoluzione, a cui Abedini avrebbe fornito i materiali che sarebbero stati utilizzati per azioni di terrorismo, non è nelle black list dell'Onu e dell'Unione Europea come organizzazione terroristica. Per la concessione dell'estradizione viene valutata 'solo' la "ragionevolezza dell'accusa" e non i gravi indizi di colpevolezza.