AGI - La procura di Bari ha aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti per abbandono di minore con l'aggravante della conseguente morte, a seguito del ritrovamento di un neonato morto all’interno della culla termica della chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco di Bari.
Il piccolo è stato ritrovato questa mattina, intorno alle 9:50, e la porticina della culla è stata lasciata aperta: la presunta omessa chiusura della porta ha comportato anche la mancata attivazione della notifica sul cellulare del parroco, don Antonio Ruccia. “Qualcuno ha ‘giocato’ con la vita di un bambino. Se fosse stato vivo, la porta non sarebbe stata lasciata aperta, probabilmente la mamma del piccolo avrà voluto garantire il funerale del bambino”, ha detto don Antonio Ruccia, parroco della chiesa.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra mobile di Bari e la procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti. “Per me è un infanticidio – dice ancora don Antonio, tra le lacrime -. Sono sconvolto, non immaginavo potesse cominciare in maniera così dolorosa questo nuovo anno: tra le guerre nel mondo e quanto accaduto oggi, sotto i nostri occhi, sembra di assistere ad una ‘strage di innocenti’”.
Al vaglio degli inquirenti ci sono le telecamere di videosorveglianza della zona e della chiesa, per cercare di dare un volto al presunto responsabile. “Secondo me non è una persona che abita nel quartiere – dice ancora il parroco -. Li conosco ad uno ad uno, saranno sicuramente venuti da altre zone della città. Ma questa è la dimostrazione che la culla termica della nostra chiesa serve”. Ad allertare forze dell’ordine e operatori sanitari è stato il titolare dell’agenzia di onoranze funebri “Cattolica”, Roberto Savarese, che era in chiesa per un funerale.
Secondo quanto si apprende, Savarese avrebbe raccontato ad un suo collaboratore dell’esistenza della culla termica e, quando gliel’ha mostrata, all’interno c’era un neonato con una tutina a scacchi e un giubottino invernale.
Il titolare dell’agenzia funebre è stato ascoltato dagli agenti della squadra mobile, diretti da Filippo Portoghese e coordinati dalla procura di Bari. Al vaglio degli investigatori ci sono i filmati di videosorveglianza della zona e della chiesa, per cercare di dare un volto al presunto responsabile. Il bimbo, di pelle bianca caucasico, non ha né caratteristiche orientali né africane. Sarà il dottor Biagio Solarino, dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari, a effettuare l’esame esterno sul corpicino e a comprendere l’orario esatto del decesso.
Nelle prossime ore la procura potrebbe disporre l’autopsia: l’esame è necessario per comprendere le cause della morte. Durante l’esame sarà anche estratto il Dna del neonato, al fine di archiviarlo per il prosieguo delle indagini.
“Una tragedia come questa ci sconvolge e ci addolora tutti, com’è inevitabile che sia – ha detto all’Agi il sindaco di Bari, Vito Leccese -. Ma non è questo il momento di esprimere giudizi affrettati sulle ragioni o le responsabilità di quanto accaduto. Sarà la magistratura a fare chiarezza. Quel che è certo è che si tratta di una vicenda che tocca il cuore di una comunità intera che, come accaduto in passato, si sarebbe mobilitata per accogliere e prendersi cura del futuro di questo bambino”.
“La drammatica vicenda di oggi ci ripropone il tema della responsabilità genitoriale, ormai fondamentale per affrontare in maniera adeguata la maternità e la paternità – ha detto il Garante regionale dei diritti del minore, Ludovico Abbaticchio. Rimane un ritardo istituzionale forte nel mondo giovanile, a partire dalle scuole e poi ai genitori stessi, su cosa significa affrontare una gravidanza e, quindi, mettere al mondo una creatura. Occorre una politica con livelli istituzionali dedicati a questo tema”.