AGI - Aperta la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano dal cardinale vicario di Roma, Baldassare Reina. È la seconda Porta Santa di una Basilica romana, dopo quella di San Pietro, aperta da Papa Francesco il 24 dicembre. Il Pontefice ha aperto anche una Porta Santa nel carcere di Rebibbia.
All'apertura della Porta Santa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Circa 2000 i fedeli presenti alla cerimonia. In molti non sono riusciti ad accedere all'atrio della Basilica.
Alla cerimonia anche l'arcivescovo Rino Fisichella, delegato del Papa per l'organizzazione del Giubileo. Le altre Porte Sante delle due Basiliche papali saranno aperte il 1 gennaio alle 17 (Santa Maria Maggiore) e il 5 gennaio alle 10 (San Paolo fuori le Mura). Ad aprile rispettivamente il cardinale arciprete Stanislaw Rylko e il cardinale arciprete James Harvey.
La Porta stretta che conduce alla vita
La Basilica di San Giovanni in Laterano (arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista) è definita “Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput”, ossia “Madre e Capo di tutte le Chiese della Città e del Mondo”, in quanto cattedrale di Roma e sede del Papa come vescovo di Roma. L'apertura della sua Porta Santa ha un valore importante. Originariamente vi era un’unica porta, presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano, che è la cattedrale del vescovo di Roma. Per permettere ai numerosi pellegrini di compiere il gesto, anche le altre Basiliche romane hanno offerto questa possibilità. Inoltre con l'apertura di oggi, il Giubileo comincia ufficialmente in tutte le diocesi del mondo.
Tra le cinque porte della Basilica, la Porta Santa è l'ultima sul lato destro, sotto il portico. A realizzarla, lo scultore Floriano Bodini. Di bronzo, misura 3,6 metri di altezza e 1,9 metri di larghezza. Ha un solo battente combaciante con lo stipite, la soglia e l’architrave. Al centro della lastra è raffigurato in altorilievo il "Cristo morto" sulla croce, visibile fin sotto lo sterno e, in contiguità immediata, la Madonna con il Bambino Gesù e lo stemma di Giovanni Paolo II.
La Porta Santa fu infatti posizionata in occasione del Giubileo del 2000 in adeguamento alle disposizioni di Wojtyla, il quale che aveva auspicato la sostituzione del tradizionale muro da abbattere al momento della proclamazione di un nuovo “anno giubilare” per poi ricostruirlo immediatamente in previsione di una successiva proclamazione.
La simbologia della porta come “porta stretta” che conduce alla vita, è stata usata per la prima volta a San Giovanni, cattedrale di Roma nell’anno santo indetto da Papa Martino V nel 1423, anche se Celestino V l’aveva già usata nel 1295 per la perdonanza nella basilica di Collemaggio all'Aquila. Solo in seguito si è adottata l’apertura delle Porte Sante anche per le altre Basiliche maggiori di San Pietro, San Paolo e Santa Maria Maggiore.
Il cardinale vicario di Roma, "mondo lacerato dalle guerre"
"In questo mondo lacerato da guerre, discordie e disuguaglianze tendiamo le braccia a tutti; facciamo in modo che attraverso le nostre braccia spalancate arrivi un riflesso dell'amore di Dio. Non ci salveremo da soli ma come famiglia: e allora è la fraternità che dobbiamo coltivare fino all'estremo delle nostre forze!". Così il cardinale vicario di Roma Baldo Reina nell'omelia della messa che ha seguito l'apertura della Porta Santa nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
"Con grande gioia abbiamo vissuto il gesto dell'apertura della Porta Santa nella nostra Basilica; con esso abbiamo voluto rinnovare la professione di fede in Cristo, Porta della nostra salvezza, confermando il nostro impegno a essere per ogni fratello e sorella segno concreto di speranza, aprendo la porta del nostro cuore attraverso sentimenti di misericordia, bontà e giustizia". "La Porta Santa che abbiamo attraversato - ha sottolineato - evoca quel gesto quotidiano che compiamo varcando la soglia delle nostre abitazioni. Questa porta, ora spalancata, ci ha introdotti non solo nella casa del Signore, ma nell'intimo del suo cuore". Reina, commentando il Vangelo sulla parabola del Padre misericordioso, ha aggiunto: "Oggi, mentre attraversiamo questa Porta che sono le braccia del Padre, il nostro pensiero si rivolge con particolare compassione a coloro che, come il figlio minore della parabola, si sentono lontani e indegni e a quelli che, come il figlio maggiore, portano nel cuore il peso di amarezze profonde e non si sentono più figli amati". "Pensiamo ai malati, ai carcerati, a chi è segnato dal dolore, dalla solitudine, dalla povertà, dal fallimento; a chi si è lasciato cadere le braccia per sconforto o mancanza di senso; a chi è senza speranza; a chi ha smesso di cercare le braccia del Padre perché chiuso in se stesso o nella sicurezza delle cose del mondo".