AGI - "L'intelligenza artificiale si sta diffondendo al doppio della velocità di Internet" ai suoi inizi, "sta facendo passi da giganti" e presto avremo "un compagno sempre attivo H24 che possiamo disturbare per qualunque cosa": a spiegarlo, all'AGI, è Paola Pisano, docente di Economia e Gestione d'impresa all'Università di Torino, ex ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, e direttrice del nuovo HightEst Lab di Big Data e Intelligenza artificiale, inaugurato oggi a Torino. Il laboratorio di big data e intelligenza artificiale fa parte del dipartimento di Economia e statistica 'Cognetti de Martiis' dell'Università di Torino e si pone l'obiettivo di applicare l'intelligenza artificiale affinchè porti un beneficio alle persone e all'economia del Paese.
In HighEst Lab un team interdisciplinare composto da ricercatori accademici ed esperti delle aziende partner Oracle, TIM e Technology Reply lavora per rispondere a vecchie e nuove sfide utilizzando il potenziale dell'intelligenza artificiale. Sono coinvolti nelle attività di laboratorio anche studenti che svolgono il loro periodo di stage o tesi su Ai e big data. "L'intelligenza artificiale è una tecnologia che sta facendo passi da gigante, sta andando molto veloce e si sta diffondendo a ritmi elevatissimi", sottolinea Paola Pisano. "Si sta diffondendo al doppio della velocità di Internet, secondo un recente studio condotto negli Usa, dopo due anni dalla sua nascita è utilizzata da circa il 40% degli americani, mentre Internet dopo due anni aveva un tasso di adozione del 20%", spiega l'ex ministro, "ed è pervasiva in qualunque settore, si sta diffondendo velocemente allo stesso modo sia che tu sia uno studente, un lavoratore, o un cittadino".
"Al momento, si sta utilizzando l'intelligenza artificiale generativa, ossia quella che usa i dati per offrire un'esperienza fluida di generazione di testi, immagini, musica", aggiunge Pisano, "si sta iniziando a guardare a tutta la parte di agenti autonomi che fanno attività in modo indipendente dagli input umani e che pian piano prenderanno delle decisioni. Gli agenti sono sempre più facili da costruire e sviluppare: l'anno scorso ci si poteva mettere anche tre o quattro giorni, adesso ci si impiega appena un'ora. Questo significa che l'intelligenza artificiale offre non solo gli strumenti per fare un lavoro, ma farà presto quel lavoro. E ogni volta che lo fa, impara. In altre parole, è una tecnologia che non dipende più dall'essere umano e dai suoi limiti fisici". Per l'ex ministro "la conseguenza è che in molte attività ci sarà sicuramente una diminuzione dei costi e un aumento della nostra capacità di rispondere a qualsiasi cosa".
Come ogni tecnologia, può portare con sè dei pericoli?
"Naturalmente ci possono essere delle sfide e ci sono delle comprensibili paure e rischi. Dobbiamo essere certi che questi strumenti siano costruiti in modo trasparente, cioè che si capisca perché ti danno quel risultato. Devono essere anche costruiti in modo inclusivo, giusto, facendo molta attenzione al fatto che abbiano come valori centrali i nostri valori. E bisogna anche essere molto certi che questi sistemi, che stanno diventando autonomi, non prendano delle decisioni che vadano in conflitto con i nostri desideri e i nostri valori. Faccio un esempio, se un agente autonomo dà priorità al profitto rispetto alla sicurezza o all'inclusione, è sicuramente contrario ai nostri valori europei. Proprio per questi rischi, l'intelligenza artificiale è una tecnologia che richiede un approccio multidisciplinare, perché bisogna creare delle linee guida, per controllare i rischi ma anche per individuare le opportunità attraverso nuove applicazioni. Quindi se da un lato tutti dobbiamo fare in modo di applicare questi 'guard rail' e oggi noi sappiamo che non è cosi', perché una parte del mondo lo fa e una parte no, dall'altro dobbiamo anche investire molto in ricerca e sviluppo per capire gli usi e gli sviluppi dell'Ai che permetteranno alle nostre aziende di essere più produttive o alle nostre università di aumentare la loro eccellenza".
In particolare, in che modo l'intelligenza artificiale può aiutare le imprese?
"Oggi abbiamo una produttività stagnante, perché la forza lavoro non cresce, anzi in alcuni settori decresce. E anche il nostro Pil è stagnante. L'intelligenza artificiale potrebbe essere utile proprio per riuscire a migliorare la produttività delle aziende, soprattutto per quanto riguarda la parte dei servizi. Nel 2024 negli Stati Uniti sono state fondate più di 5mila nuove aziende di intelligenza artificiale. Il che significa nuovi lavori sia nel settore tech sia in generale nell'economia. Ovviamente ci saranno dei lavori che cambieranno, magari dei lavori scompariranno, questo è un classico delle nuove tecnologie, ma a questo problema possiamo rispondere già oggi con un'adeguata formazione".
A che punto è in Italia questa tecnologia?
"Oggi noi affrontiamo l'intelligenza artificiale in modo un po' scomposto, con piccoli progetti. In America, invece, gli investimenti su questa tecnologia sono enormi e di conseguenza i progetti sono molto grandi. In Italia e in Europa la scala è decisamente minore anche se l'Europa si sta impegnando in tal senso. è una questione squisitamente economica. Per esempio con il progetto AIFactory che vede anche l'Italia tra le 7 sedi per le prime Fabbriche di intelligenza Artificiale europee. Questo progetto, con un investimento di circa 1,5 ml di euro di fondi nazionali ed europei, tra l'altro coinvolgerà anche l'Università di Torino".
Torino è puo' essere protagonista in questo campo?
"A Torino abbiamo tutta la filiera dell'intelligenza Artificiale, dalle università e quindi la ricerca, alle fondazioni bancarie, e quindi la filantropia scientifica, alle Ogr per il sostegno e la crescita delle start up, al neonato centro AI4I, alle fondazioni ISI e Links. Riuscire a rinsaldare queste collaborazioni sarà strategico per trainare l'Italia nel settore dell'AI. Qui c'è un buon sistema che può davvero diventare protagonista a livello nazionale e internazionale. Per farlo, c'è bisogno di qualcuno che venga designato per fare in modo che questi soggetti collaborino più agevolmente e attraggano maggiori investimenti".
Cosa ci riserverà nel futuro l'intelligenza artificiale?
"Si sta andando molto sul reasoning, ossia su intelligenze artificiali che riescano a ragionare. Al momento, questi sistemi non ragionano. Sono guidati dai dati, sono basati su un quantitativo di informazioni infinite e usano metodi statistici per restituirci una risposta alla nostra domanda. Si vuole passare a sistemi di ragionamento. Ovviamente non ci siamo ancora, non è ancora stato raggiunto questo obbiettivo, però gli studi, la ricerca e lo sviluppo stanno andando in questa direzione. Lo scopo è dotarci al lavoro, ma anche nella vita, di un compagno paziente e intelligente, che svolga per noi attività e a cui noi possiamo chiedere alcune informazioni. Un compagno sempre attivo H24 che possiamo disturbare per qualunque cosa. Si andrà sempre di più nella direzione di agenti autonomi, agenti intelligenti e si tenterà di fare la connessione al mondo reale".