AGI - È stato trovato anche il corpo dell'ultima persona dispersa nell'esplosione del deposito a Calenzano. Risultano dunque cinque le vittime accertate. Sono invece tre le persone ferite: un operaio all'ospedale di Careggi di Firenze e due operai all'ospedale Cisanello a Pisa, uno dei quali trasferito nella serata di ieri dal policlinico fiorentino, considerati in gravi condizioni per le ustioni riportate. Quattro dei ricoverati a Careggi sono gia' stati dimessi. Lo rende noto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
I presidi ospedalieri di Prato, Torregalli, Santissima Annunziata di Ponte a Niccheri e Empoli, hanno prestato soccorso nella giornata di ieri ad almeno altri 19 feriti, già tutti dimessi, che si sono presentati autonomamente. Nel dettaglio: all'ospedale di Prato sono state assistite quattordici persone, a Torregalli tre persone, altrettante ad Empoli ed una al Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri. "Continuiamo - osserva il presidente Giani - a seguire con attenzione la vicenda e la Regione, in tutte le sue articolazioni, e' impegnata a partire con il suo sistema sanitario".
A esplodere è stata una delle autobotti presso la pensilina di carico, nella zona dove viene caricato il carburante. Ancora da chiarire la dinamica dell'incidente su cui la Procura di Prato ha aperto un'inchiesta. Subito dopo è stata sospesa la circolazione ferroviaria sulle linee convenzionali Firenze-Bologna e Firenze-Prato-Pistoia mentre l'autostrada A1 è stata riaperta dopo una breve chiusura.
L'agenzia regionale Arpat ha escluso rischi per la salute spiegando che "le concentrazioni in aria a livello del suolo a partire dalla conclusione delle operazioni di spegnimento sono da ritenersi trascurabili e la nube dell'incendio si è dispersa in quota in tempi relativamente brevi". Alle 16 la prefettura di Firenze ha confermato il cessato l'allarme e l'interruzione dell'avviso 'It alert', dopo che era stato chiesto alla popolazione di restare al chiuso, di chiudere porte e finestre usando panni bagnati per coprire gli spiragli e spegnere i condizionatori e gli impianti di aerazione per ridurre lo scambio d'aria con l'esterno ed erano state distribuite mascherine.
L'Eni: prematuro stabilire ora le cause dell'esplosione
Eni desidera esprimere nuovamente "la propria vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone ferite o comunque coinvolte". E quanto alle "molteplici ipotesi della prima ora che stanno emergendo in merito alla dinamica e cause dell'incidente", la società in una nota conferma che sta collaborando "strettamente con l'autorità giudiziaria per individuare quanto prima, in modo rigoroso tramite le opportune e approfondite verifiche tecniche, le cause reali dell'esplosione, delle quali - precisa - è assolutamente prematuro ipotizzare la natura". Ogni informazione di dettaglio, aggiunge la nota, "sarà messa a disposizione da Eni alle autorità giudiziarie che stanno conducendo le indagini, anche a salvaguardia del segreto investigativo".