Campione paralimpico di canoa e maestro del presepe. La rinascita di Angelo
Campione paralimpico di canoa e maestro del presepe. La rinascita di Angelo

Campione paralimpico di canoa e maestro del presepe. La rinascita di Angelo

Paola Spiezia
campione paralimpico di canoa e maestro del presepe
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La svolta arriva durante un pellegrinaggio a Lourdes. “Un amico mi chiese cosa facessi durante il giorno, e gli mostrai le foto dei miei presepi. Mi disse: ‘Sei bravo, questa passione potrebbe essere il tuo futuro’. Quelle parole mi hanno salvato”, racconta. Tornato a casa, Angelo ha trasformato quei consigli in azione, dedicandosi anima e corpo all’arte presepiale.
Campione paralimpico di canoa e maestro del presepe. La rinascita di Angelo

Tra le sue opere c’è una barca-presepe che Angelo non venderà mai. È dedicata al suo caro amico Enzo Runca, un medico straordinario che dedicava la sua vita alla solidarietà. “Era unico, generoso, capace di capire le persone prima ancora che parlassero”, ricorda Angelo con emozione.
Enzo gli aveva promesso che un giorno lo avrebbe portato in barca a vela, ma un incidente domestico lo portò via troppo presto. Per onorarlo, Angelo ha modellato una barca di sughero, trasformandola in un presepe. “Una volta mi offrirono 500 euro per comprarla, ma non ce l’ho fatta. Quella barca è il simbolo della nostra amicizia, un pezzo di me”, racconta.
Campione paralimpico di canoa e maestro del presepe. La rinascita di Angelo

La rinascita di Angelo, però, non si è fermata all’arte. Dopo l’incidente, il suo peso era arrivato a 140 kg, e i medici gli avevano dato pochi anni di vita. Grazie a un programma dell’INAIL e a una dieta rigorosa, è riuscito a perdere 60 kg in due anni. Non solo: ha scoperto lo sport paralimpico, vincendo cinque titoli italiani di canoa. “Lo sport e l’arte mi hanno insegnato che i limiti sono solo nella nostra testa. Possiamo superarli, un passo alla volta”, dice con orgoglio.
Oggi Angelo espone i suoi presepi ai mercatini di Natale in Campania, da Salerno a Sorrento, e collabora con l’associazione Amami di Napoli, donando parte del ricavato per finanziare pellegrinaggi a Lourdes. “I presepi non sono solo tradizione. Sono il mio modo per raccontare che non bisogna mai arrendersi, anche quando la vita sembra averti tolto tutto”, conclude.
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