AGI - È guerra al Colosseo dopo l’annuncio trionfale di un accordo tra il Parco Archeologico e Airbnb che offrirà a 16 turisti l’occasione di trasformarsi in gladiatori per un giorno in cambio di uno stanziamento di 1,1 milioni per contribuire alla realizzazione del progetto “Il Colosseo si Racconta”, che include il rinnovo del percorso museografico diffuso e dei temi espositivi permanenti all’interno dell’Anfiteatro.
“La collaborazione offrirà, inoltre, un'opportunità unica: gli ospiti Airbnb potranno prenotare sulla piattaforma Airbnb un'esperienza esclusiva ispirata al film Il Gladiatore II, in uscita il 14 novembre, e avranno la possibilità di accedere ai sotterranei e all'arena del Colosseo dopo l'orario di chiusura, partecipando a una dettagliata rievocazione storica guidata da esperti delle associazioni Ars Dimicandi e Gruppo Storico Romano per un'immersione totale nella cultura gladiatoria. Per la prima volta il Colosseo tornerà così a svolgere la sua originaria funzione di edificio da spettacoli, con un salto nel tempo indietro di quasi 2000 anni, grazie anche agli allestimenti” si legge nell’accordo.
“Al fascino della sua imponente architettura, ora si somma anche la rievocazione storica dei combattimenti e dei duelli tra coppie di gladiatori che si contendevano la vittoria e con essa la fama attraverso una oculata e scientifica ricostruzione dei luoghi” giubila Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo.
L’esperienza prenotabile sul sito AirBnb è gratuita e si terrà il prossimo 7-8 maggio 2025, ma c’è posto solo per 16 “fortunatissimi” gladiatori per un giorno.
L’annuncio dell’accordo, avvenuto a cose fatte, ha fatto saltare sulla sedia i responsabili della programmazione culturale di Roma Capitale. In primo luogo, il neo assessore alla Cultura, Massimiliano Smeriglio che ha invitato il Parco e la società di locazioni turistiche di rinunciare all’iniziativa e confermare lo stanziamento. In una nota ha detto “la notizia di uno spettacolo gladiatorio all’interno del Colosseo ci lascia quantomeno perplessi. Capiamo le esigenze della Soprintendenza di potenziare il lavoro meritorio di conservazione e restauro, tuttavia con questa iniziativa si riafferma, ancora una volta, un principio di mercificazione e consumo della cultura. Un principio che va nella direzione opposta a quella che stiamo portando avanti, e cioè quello di un patrimonio che sia fruibile e accessibile a tutte e tutti, turisti, romane e romani”. E ha aggiunto “non possiamo trasformare uno dei monumenti più importanti al mondo in un parco a tema, per questo ho deciso di scrivere al Ceo di Airbnb e chiedere di confermare lo stanziamento alla sovrintendenza, rinunciando allo spettacolo turisti-gladiatori”.
Tra i consiglieri capitolini non manca chi definisce la cosa “una goliardata di cattivo gusto” in un monumento patrimonio Unesco. Sulla stessa linea che la presidente della commissione Cultura di Roma Capitale, Erica Battaglia “il Colosseo è patrimonio del Mondo e si deve andare nella direzione di tutelarlo certo, ma anche di renderlo fruibile a tutti e di evitare che diventi luogo di goliardate per pochi eletti”. Intanto in Campidoglio c’è chi come il consigliere Dario Nanni, presidente della commissione Giubileo, chiede l’intervento del ministro della Cultura Giuli o come il gruppo di Azione che chiede un interessamento diretto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri per annullare la manifestazione.
Da Airbnb per ora non hanno risposto alle numerose sollecitazioni. “Abbiamo inteso fare la nostra parte per collaborare con il ministero della cultura e il Parco archeologico del Colosseo nel permettere a un pubblico ancora più ampio una fruizione degli spazi in cui l’immaginario collettivo si avvicini con la realtà storica, anziché separarsene” ha commentato nel comunicato di lancio dell’iniziativa, Valentina Reino, Responsabile Relazioni Istituzionali di Airbnb Italia.
Arriva invece la replica del Parco Archeologico del Colosseo che investita dalle polemiche, risponde che "l’obiettivo della collaborazione è valorizzare il patrimonio storico e culturale dell’Anfiteatro Flavio attraverso attività immersive nel pieno rispetto del monumento, basate su un rigoroso lavoro di ricerca storica. La collaborazione mira a coniugare conservazione, educazione e innovazione per avvicinare un pubblico sempre più vasto alla ricchezza culturale dell’Anfiteatro. Le rievocazioni storiche sono state organizzate in collaborazione con le Associazioni Ars Dimicandi e il Gruppo Storico Romano, con le quali il PArCo ha siglato un protocollo d'intesa e di collaborazione scientifica finalizzato alla volontà di rovesciare decenni di stereotipi sul mondo dei gladiatori e di costituire un format di Festival itinerante nelle principali arene italiane destinato a divulgare il patrimonio storiografico riguardante il mondo della Gladiatura".
Anche il Gruppo Storico Romano dei gladiatori, associazione culturale insignita di sette medaglie dalla Presidenza della Repubblica Italiana per l’organizzazione dei Natali di Roma e di una medaglia della Camera dei Deputati per i suoi trent’anni di attività entra nel dibattito. In una nota "desidera chiarire le basi e il significato del progetto di rievocazione dei combattimenti gladiatori presso il Colosseo, un’iniziativa che sta suscitando un vivace dibattito culturale". Scrive l'associazione che "contrariamente a molte rappresentazioni diffuse, i gladiatori nell’antica Roma non erano semplici combattenti destinati al divertimento della folla, ma individui che intraprendevano un percorso di redenzione e riscatto. Privati dei loro diritti e della cittadinanza a causa di reati gravi, affrontavano l’arena per conquistarsi una seconda possibilità, spesso sotto il giudizio diretto del popolo, che seguiva e valutava la loro evoluzione personale e morale. La gladiatura, dunque, non si riduceva a un combattimento fine a sé stesso, ma rappresentava un profondo cammino di sofferenza e riabilitazione sociale, ricco di significati che meritano di essere compresi e trasmessi al pubblico di oggi".
"In questo contesto, i combattimenti gladiatori al Colosseo non rappresentano una mera attrazione, ma un omaggio alla storia di Roma e una lezione di cultura vivente, volta a offrire ai visitatori un’esperienza immersiva e rispettosa, che restituisca il Colosseo come scenario del suo contesto originario" concludono i gladiatori.
A questo punto non c’è che da confidare nei leoni.