"La violenza giovanile non ha genere", gli esperti si confrontano
"La violenza giovanile non ha genere", gli esperti si confrontano

"La violenza giovanile non ha genere", gli esperti si confrontano

Paola Spiezia
Violenza donne
Science Photo Library / AGF 
- Violenza donne
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Paolo Crepet
Paolo Crepet 
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Bruzzone ritiene che le proposte del ministro Valditara possano avere un impatto positivo, ma soprattutto sui ragazzi “sani”. “Per quelli già compromessi, difficilmente avranno un effetto – aggiunge – ma il vero problema non è tanto avere un impatto sui ragazzi, quanto sugli adulti che devono educarli. Se non partiamo da lì, temo che le soluzioni a breve termine siano davvero poche.”
Sia Crepet che Bruzzone sottolineano l’importanza dell’esempio dato dagli adulti, soprattutto dagli insegnanti. Crepet richiama l’attenzione sull’uso del linguaggio, facendo riferimento al caso di Christian Raimo, l’insegnante sospeso per tre mesi dopo aver attaccato Valditara in termini violenti . “Se cominciano pure gli insegnanti a essere violenti, poi sicuramente anche i ragazzi lo saranno. Dobbiamo dare l’esempio” osserva Crepet.
Roberta Bruzzone
Agf - Roberta Bruzzone

Bruzzone concorda: “Un educatore non può arrivare a dire cose di questo tipo. Evidentemente c’è qualcosa che non quadra nel modo in cui questa persona ha elaborato il concetto. Il linguaggio è assolutamente inaccettabile in un contesto come questo, dove i ragazzi già tendono a prendere tutto troppo alla lettera. Una figura autorevole non può permettersi di lanciare messaggi
Daniele Novara, pedagogista e fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la Gestione dei Conflitti, arricchisce il dibattito sottolineando l’importanza della “competenza conflittuale” nei giovani. Secondo Novara, il problema non è tanto legato alla questione di genere quanto alla capacità, o meglio alla mancanza, di gestire i conflitti. “Le ricerche che ho condotto mi hanno portato a scoprire che c’è una correlazione significativa tra quella che definiamo ‘carenza conflittuale’ e la tendenza a risolvere i problemi eliminando l’altro,” spiega Novara.
Questa “carenza conflittuale,” secondo Novara, porta molti giovani a reagire in modo estremo quando affrontano divergenze relazionali, sfociando talvolta in comportamenti di autolesionismo o violenza verso gli altri. “Per superare questa situazione – conclude – è essenziale che le nuove generazioni imparino a gestire i conflitti come parte del loro sviluppo personale.”
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