AGI - A un ragazzo egiziano di 24 anni è stato riconosciuto un indennizzo di oltre 157 mila euro per un anno e dieci mesi (669 giorni) di ingiusta detenzione. Lo ha stabilito la quinta sezione della Corte di appello di Milano.
Il giovane, assistito dagli avvocati Marco Romagnoli e Debora Piazza, era stato portato con altri sei co-indagati il 21 maggio 2021 a San Vittore per un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con le accuse di sequestro di persona, lesioni, rapina e tentata estorsione. Dopo essere stato condannato in primo grado il 4 luglio 2022 a 6 anni e mezzo era stato assolto il 22 marzo 2023 dalla terza sezione della Corte di appello per non aver commesso il fatto così come tutti gli altri co-imputati.
"Si legge nella sentenza di assoluzione - osservano i giudici - che le dichiarazioni accusatorie" della presunta vittima, un connazionale che all'epoca gestiva un negozio di telefonia alla Comasina, "da cui aveva avuto origine il presente procedimento e sulle quali si fondavano sia l'ordinanza cautelare sia la condanna in primo grado, erano 'caratterizzate da profili di inattendibilità e incoerenza'" e che dalle indagini difensive "si ricava" che la parte offesa "si sia applicato, da solo, le fascette da elettricista per dimostrare di essere stato sequestrato dopo che i presunti rapinatori gli avevano riportato i telefoni cellulari". In questo quadro, il 24enne "non ha mai posto in essere alcun comportamento gravemente colposo che possa indurre a ritenerlo responsabile della rapina e del sequestro subito dalla persona offesa". Anche per altri quattro co-imputati i legali hanno presentato un'istanza analoga per ingiusta detenzione.