AGI - Nell'inchiesta della Dda di Milano e della Procura nazionale antimafia sul furto di dati sensibili dalle banche dati risultano indagati anche l'imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e il banchiere Matteo Arpe. A loro i pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro, coordinati dai procuratori Marcello Viola e Gianni Melillo, contestano il concorso in accesso abusivo a sistemi informatici.
"Il fronte di maggiore interesse sembra essere quello dell'imprenditoria e dell'economia. Al momento non vi sono emergenze di rilievo che portano al mondo della politica". L'ha detto il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, in conferenza stampa, sull'inchiesta della Dda e la Pna, partita dal 2022, che ha smantellato un presunto gruppo che, su commissione, riusciva a esfiltrare dati e informazioni sensibili e segrete.
Migliaia di report disponiblii
"Se ti faccio vedere i report di Enrico, ne ho fatti a migliaia di report a Enrico". Lo ha detto Nunzio Calamucci, arrestato con l'ex poliziotto Carmine Gallo, in un'intercettazione agli atti dell'inchiesta in riferimento al presidente della Equalize, la società al centro degli accertamenti della Dda di Milano e della Direzione nazionale antimafia.
Pazzali, indagato e non destinatario di misure cautelari, "richiedeva a Gallo l'abusiva acquisizione dei dati e delle conversazioni WhatsApp" di vari soggetti, tra cui Giovanni Gorno Tempini, già presidente di Fiera di Milano e presidente di Cassa Depositi e Prestiti, "acquisendo" informazioni "sui contatti dei titolari di tali sistemi e sui loro spostamenti nonché esfiltrando, mediante utilizzo delle parole chiavi 'Pazzali', 'Eur', 'Fiera', 'Fontana' e 'Bonomi', le conversazioni WhatsApp intercorse tra loro e con terzi". Sempre da Pazzali sarebbe arrivata la richiesta nel 2022 di fare un controllo sulla banca dati Sdi nei confronti di Paolo Scaroni, dal 2023 presidente del Cda di Enel.
Nordio: "Malintenzionati sono sempre più avanti"
"Io credo che non siamo al sicuro e non saremo al sicuro fino a quando la legge da una parte e la tecnologia a nostra disposizione non saranno riuscite ad allinearsi con la tecnologia a disposizione della criminalità o dei malintenzionati". Cosi' il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, commenta l'inchiesta della Dda di Milano su dossieraggi. "I malintenzionati sono sempre più avanti. Sono riusciti ad hackerare persino il Cremlino e, quindi, noi dobbiamo attivare tutti i nostri sforzi per allineare da un lato la normativa vigente, e lo stiamo già facendo, e lavorare di fantasia perché noi dobbiamo sempre prevedere quello che possono fare senza doverli inseguire".