AGI - C'è una possibile svolta nell'omicidio del 76enne Candido Montini, il titolare di un negozio di alimentari ucciso a Garzeno, nel Comasco, il 25 settembre scorso. Un minorenne è stato portato al comando provinciale dei carabinieri di Como per essere interrogato perché sembrerebbe essere emersa dai rilievi scientifici una connessione col dna trovato sulla scena del delitto. Il giovane, originario della frazione di Catasco, dov'è avvenuto l'omicidio, è stato fermato. Il ragazzo ha 17 anni, è italiano ed è originario del paese dove è stato ucciso il negoziante. Il provvedimento deciso dalla Procura dei Minori arriva dopo un lungo interrogatorio. Il movente potrebbe essere stato di natura economica. Per giungere alla svolta sarebbe stata decisiva una traccia del suo dna sulla scena del crimine.
Nei giorni scorsi, gli abitanti di Garzeno, poco più di un centinaio e quasi tutti anziani, si erano messi in coda per sottoporsi al test del dna da compararsi con le tracce biologiche lasciate sul luogo del crimine e sul coltello da cucina col quale è stato colpito il commerciante di 76 anni.
Montini, vedovo, due figli, era in pensione da qualche tempo ma continuava ad alzare ogni mattina la saracinesca della piccola bottega e a preparare le ceste del pane che, per una vita intera, aveva portato casa per casa. Tutti lo conoscevano, anche per la sua attività politica come vicesindaco in anni lontani nel Psi e come consigliere in tempi più recenti con la lista dell'attuale sindaco, Eros Robba che lo aveva definito "protagonista della storia del paese". I carabinieri avevano trovato il suo portafoglio vuoto poco lontano dalla casa e dal negozio. Dall'autopsia era emerso che si sarebbe difeso dai venti fendenti sferrati dal killer.