AGI - Il governo italiano non ci sta: la decisione del tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento del gruppo di migranti bengalesi ed egiziani trasferito nei giorni scorsi nella struttura italiana di Gjader, in Albania, non è piaciuta affatto all'esecutivo che è al lavoro per studiare le contromosse.
"E' molto difficile lavorare e cercare di dare risposte a questa Nazione quando si ha anche l'opposizione di parte delle istituzioni che dovrebbero aiutare a dare risposte", ha detto la premier Giorgia Meloni in un punto stampa a Beirut, dopo aver definito "pregiudiziale" la decisione dei giudici romani. "Ho convocato il Cdm per approvare delle norme per superare questo ostacolo perché penso che non spetti alla magistratura dire quali sono i Paesi sicuri ma al governo", ha aggiunto.
E mentre i migranti saranno riportati in Italia già sabato 19 ottobre da una nave della Marina militare, con approdo a Bari (la prefettura ha già avviato tutte le procedure necessarie per il loro trasferimento nei vari centri di accoglienza), il ministro dell'Interno spiega che contro il provvedimento "sarà presentato ricorso fino ai massimi gradi della giurisdizione. Nutro profondo rispetto per i giudici - afferma Matteo Piantedosi, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Ventimiglia - ma porteremo avanti la nostra battaglia all'interno dei meccanismi giudiziari". Sulla stessa lunghezza d'onda il titolare della Farnesina: "Sono abituato a rispettare le decisioni del potere giudiziario ma vorrei anche che venissero rispettate le decisioni del potere esecutivo e legislativo: una democrazia si basa sulla ripartizione dei poteri. Il compito del potere giudiziario è quello di applicare le leggi, non di modificarle o impedire al potere esecutivo di fare il proprio lavoro".
A caldo, era stata la Lega a commentare duramente il provvedimento del tribunale: "Proprio nel giorno dell'udienza del processo Open Arms contro Matteo Salvini, l'ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire".
A spiegare il senso dell'ordinanza sono stati gli avvocati Silvia Calderoni, Paolo Iafrate e Arturo Salerni: "Il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento del nostro assistito, un cittadino bengalese richiedente protezione internazionale, ritenendo di disapplicare la qualifica di paese terzo di origine sicura sulla base della sentenza della Corte di Giustizia Ue dello scorso 4 ottobre. Poiché il Bangladesh non può essere considerato automaticamente, alla luce di tale giurisprudenza, un Paese sicuro, il trattenimento è privo di titolo. L'insussistenza, come esposto, del presupposto necessario per la procedura di frontiera e per il trattenimento determina l'assenza di un titolo di permanenza del richiedente protezione nelle strutture di cui all'art. 4, comma 1, del Protocollo e all'art. 3, comma 4, della Legge di ratifica - aggiungono - Il giudizio di convalida dei trattenimenti è uno strumento di garanzia, necessaria per principio costituzionale, dello status libertatis, che deve, quindi, essere riacquisito in caso di non-convalida". "In forza del Protocollo, in caso di non convalida del trattenimento e di mancanza del titolo di permanenza nelle strutture albanesi, come nel presente caso, lo status libertatis può essere riacquisito soltanto per il tramite delle Autorità italiane e fuori del territorio dello Stato albanese, delineandosi di conseguenza, in assenza di alternative giuridicamente ammissibili, il diritto del richiedente protezione a riacquisire lo stato di libertà personale mediante conduzione in Italia. Le autorità italiane, hanno quindi il dovere di riportare in Italia le persone trattenute e così consentire loro l'esercizio del diritto di asilo sul territorio italiano", concludono.
Le parole della premier Meloni
"Pd, M5S e AVS hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia per l'accordo sui flussi migratori con l'Albania. Avete capito bene: alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l'Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo Governo. Una vergogna che non può passare inosservata". Cosi', in un post su X, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni poche ore dopo la decisione del tribunale.
La replica di Schlein
"La sezione Immigrazione del Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti all'interno del Centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania. Lo avevamo detto, non perché siamo veggenti ma perché leggiamo le leggi". Cosi' la segretaria del Pd, Elly Schlein, nella sua relazione introduttiva alla direzione nazionale del partito. "Adesso - ha aggiunto - mi rivolgo al governo e alla presidente Giorgia Meloni: fermatevi e tornate indietro. Dovete smontare tutto e chiedere scusa agli italiani". "Altro che modello: l'accordo che avete fatto con l'Albania è un accordo contro la legge, fuorilegge, che viola il diritto internazionale, europeo e nazionale". Per l'operazione tesa a "deportare" i migranti in Albania "sono stati buttati 800 milioni di euro, risorse che si potevano invece usare per abbattere le liste di attesa nella Sanità, conclude.
La reazione dell'Anm
"I giudici applicano le norme, volute dal nostro ordinamento e dall'ordinamento europeo di cui noi facciamo parte integrante". Lo ha detto il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, ospite a 'Tagada'' su La7, rispondendo a una domanda sulla decisione del tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti in Albania. "L'ordinamento sovranazionale vince, perché apparteniamo a un ordinamento europeo che ha una posizione di primazia sulla legge interna" per cui "va disapplicato l'elenco se inserisci tra i paesi sicuri quelli che secondo l'ordinamento europeo tali non possono essere considerati. Il giudice ha il dovere di tenere conto della normativa sovranazionale".