AGI - E' diventata definitiva la condanna a 21 anni e 6 mesi nei confronti di Claudio Cesaris, l'ex tecnico di laboratorio settantenne che il 7 dicembre del 2021 uccise a Tarquinia (Viterbo) il professore associato dell'Università della Tuscia Dario Angeletti. La pena era stata stabilita lo scorso febbraio dalla corte d'Assise d'Appello di Roma. Cesaris, assistito dagli avvocati Michele Passione e Alessandro De Federicis, non ha impugnato la sentenza in Cassazione. In secondo grado, infatti, c'era stato il cosiddetto 'concordato in appello'. La Corte d'Assise di Roma, in primo grado, lo aveva condannato a 25 anni e 2 mesi.
Cesaris era imputato di omicidio volontario. Secondo i pm, avrebbe "assunto informazioni sul conto della vittima, effettuato pedinamenti e sopralluoghi" e si sarebbe "informato sulla possibilità di localizzare un telefono spento e sulla percentuale dei casi irrisolti di omicidio, essersi procurato un'arma diversa da quelle denunciate e con essa aver atteso che la vittima uscisse dal lavoro" come si legge nelle carte dell'inchiesta. Ha ucciso Angeletti con due colpi di pistola dietro l'orecchio destro. L'ex tecnico di laboratorio, in primo grado, era stato assolto dall'accusa di stalking nei confronti della ex compagna con la formula "perché il fatto non sussiste". Il cuore di Angeletti aveva smesso di battere alle 13.01.
Quel 7 dicembre il cadavere fu ritrovato riverso all'interno della sua Volvo V40, con la cintura di sicurezza ancora allacciata. Claudio Cesaris - secondo l'impianto accusatorio - sarebbe stato geloso dell'amicizia tra professore dell'Unitus e la sua ex compagna, che il 70enne aveva conosciuto quando era tecnico di laboratorio all'Università di Pavia e che ha seguito a San Martino al Cimino, alle porte di Viterbo, quando lei si è trasferita all'Unitus. A incastrarlo erano state le telecamere di sorveglianza puntate sul parcheggio delle Saline di Tarquinia. Poche ore dopo i carabinieri sono andati a bussare alla porta dell'appartamento che aveva preso in affitto a San Martino, frazione di Viterbo. Cesaris, di fronte al gip, aveva confessato di avere ucciso Angeletti ma ha negato di aver premeditato il delitto. "Non mi riconosco in quello che ho fatto. Voglio chiedere perdono, perché ho dato tanto dolore" erano state le sue parole davanti ai giudici di piazzale Clodio.