AGI - Non avevano un "diritto al silenzio" i 28 imputati nel processo Ruby ter, ultimo capitolo della saga giudiziaria nata dalle dichiarazioni di Karima El Mahrough. La Cassazione demolisce la sentenza del Tribunale di Milano che il 15 febbraio dell'anno scorso li assolse tutti più Silvio Berlusconi, e richiama in aula davanti alla Corte d'Appello di Milano le ragazze che parteciparono alle cene di Arcore e il primo legale di Ruby, l'avvocato Luca Giuliante.
L'unica buona notizia per le ex 'olgettine' è che la Suprema Corte dichiara prescritto il reato di falsa testimonianza ma l'annullamento con rinvio per l'ipotesi di 'corruzione in atti giudiziari' con poche righe di dispositivo rimanda in un attimo l'orologio a quasi 15 anni fa, senza il padrone di casa che venne dichiarato innocente 'perché il fatto non sussiste'. Risulta vincente la strategia della procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio che a giugno 2023, poco prima che morisse l'ex premier, avevano presentato ricorso direttamente alla Cassazione perché sul tavolo c'era una "questione squisitamente giuridica", e quindi era inutile affrontarla in appello, come sottolinea Siciliano commentando il 'ribaltone'.
Il collegio dei giudici di primo grado, presieduto da Marco Tremolada, si era fermato un passo prima di entrare nel cuore delle accuse sostenendo che i pm che fecero le indagini sui primi due processi avevano commesso un errore letale sentendo le giovani donne, ormai undici anni fa, come testimoni quando testimoni non erano perché a loro carico c'erano "indizi inequivoci" per cui avrebbero dovuto essere sentite come indagate e quindi assistite da un avvocato e con la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Un ragionamento sbagliato secondo il procuratore generale Roberto Aniello, la cui richiesta è stata accolta:"I requisiti formali della testimonianza risultavano tutti sussistenti: ammissione dei testi, citazione degli stessi, dichiarazioni rese previo impegno a dire la verità. La valutazione, successivamente intervenuta, della erroneità dell'audizione in qualità di testimoni degli attuali imputati non determina l'inesistenza giuridica della qualificazione come testimoni di soggetti che non erano nelle condizioni per acquisire tale qualità, nè l'inesistenza giuridica dell'atto compiuto, cioè la testimonianza".
In attesa delle motivazioni degli 'ermellini', quel che è certo è che il nastro va riavvolto e si tornerà a parlare dell'ipotesi che Silvio Berlusconi nel processo Ruby 3 abbia 'comprato' le testimonianza di una ventina di ragazze elargendo 4,1 milioni in bonifici, case e auto a 20 ragazze testi nei processi Ruby 1 e Ruby 2. Va detto che le difese avevano già presentato il tema delle 'testimoni non testimoni' in udienza preliminare coi gup che avevano deciso proprio come la Cassazione.
Il Tribunale aveva invece ritenuto che dalla primavera 2012 le ragazze, ascoltate nei precedenti processi tra l'8 giugno 2012 e il 22 marzo 2013, non dovessero essere considerate ancora testi, ma già indagate per tre motivi: l'intercettazione della convocazione d'urgenza ad Arcore con i legali di Berlusconi delle ragazze perquisite il 14 gennaio 2011, la richiesta dei pm di informazioni a Bankitalia il 16 aprile 2012 dopo i 70.000 euro incassati dal padre di due ragazze e la deposizione il 25 maggio 2012 del contabile di Berlusconi, il ragionier Spinelli, sui 'doni' alle giovani.
Polanco, Berlusconi è morto e io rischio la condanna
"Non è ancora finita. Berlusconi è morto ma adesso il processo è mio. Pensavo non andasse cosi', lui è assolto e io rischio di essere condannata, com’è possibile?". È la reazione di Marysthelle Polanco, una delle ragazze ospiti alle cene di Arcore, alla riapertura del caso Ruby ter dopo la pronuncia della Cassazione. Il suo legale, Andrea Cassamagnaghi, afferma: "Non sono mai stato così desideroso come oggi di leggere le motivazioni. A oltre tredici anni dai fatti si ricomincia: senza alcuni pezzi, perché sono prescritti, e senza il presunto corruttore Berlusconi che è morto dopo essere stato assolto e l'assoluzione per lui è definitiva".
I legali di Berlusconi "sorpresi"
Gli avvocati Federico Cecconi e Giorgio Perroni, legali di Silvio Berlusconi, affermano che "la decisione della Corte di Cassazione sul caso Ruby ter ci sorprende e ci stupisce". "Confidavamo nella conferma della sentenza di primo grado del febbraio 2023, un'assoluzione piena 'perchè il fatto non sussiste' che a nostro avviso era perfettamente motivata e priva di vizi - aggiungono -. Siamo comunque certi che nel procedimento che adesso si aprirà presso la Corte d'appello di Milano sarà confermata la verità dei fatti: e cioè che non esistono testimoni corrotti"