AGI - "Mio padre" ha ucciso Sarah. "Ma strasicuro proprio. Secondo me lui ci ha provato con Sarah. Giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l'avrebbe raccontata a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l'ha voluta zittire, l'ha voluta zittire per sempre". A ribadirlo è Valentina Misseri, intervistata da Salvo Sottile a Far West, su Rai. La vicenda è quella dell'omicidio di Sarah Scazzi ad Avetrana, per cui sono state condannate Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre), rispettivamente cugina e zia della vittima.
"Buona parte dell'opinione pubblica pensa che io faccia parte comunque di una famiglia di assassini, quindi comunque io vengo chiamata assassina".
Secondo te ci sono state delle forzature per arrivare diciamo, a riscontrare una presunta colpevolezza da parte di tua sorella e di tua, di tua madre? chiede Sottile. "Secondo me sì, un po' sono proprio le carte che me lo dicono, perché comunque la prima versione ha un senso logico, cioè lineare. Si capisce cioè una storia, per quanto brutta, banale, anche una banalità che non è stata accettata. Tutto il resto per me è una la sceneggiatura di un film. Dall'altra c'era proprio l'intenzione dall'inizio di prendere mia sorella. Buona parte dell'opinione pubblica pensa che io faccia parte di una famiglia di assassini e comunque sono amareggiati che io stia fuori e non in carcere insieme a mia madre e mia sorella. Nonostante io sia arrivata ad Avetrana quasi due settimane dopo. Ci sono stati momenti in cui ho pensato mesi pensando adesso verranno a prendere pure me perché cosi' si accontenta di più la l'opinione pubblica".
Quanto ti manca la presenza di una madre? "Io la penso comunque tutti i giorni cioè appena mi sveglio e quando vado a dormire e non posso chiamarla cioè non posso confidarmi con lei mi manca proprio un pilastro cioè io è come se fossi orfana che non come se non avessi più nessuno".