AGI - Febbre, mal di ossa, dolori muscolari, tosse. I sintomi dell'influenza australiana sono quelli classici, ma con una preoccupazione in più: il virus sembra avere la capacità di colpire il cervello e causare sintomi neurologici come vertigini, convulsioni e confusione mentale e pericolose encefaliti. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. In Australia è stata registrata la seconda stagione influenzale più virulenta degli ultimi 10 anni. Ma l'intensità e la gravità variano a seconda dei casi e della risposta del malato. Ecco i consigli degli esperti per adulti e bambini.
Rezza: "Una protezione dai vaccini"
"Guardando a quello che è successo in Australia e considerando che l'anno scorso la stagione influenzale è stata dominata da un sottotipo di virus A-H1N1, quest'anno possiamo aspettarci una prevalenza di A-H3N2, che è l'altro sottotipo, che proprio per la sua differenza rispetto all'origine dei contagi dell'anno passato dovrebbe trovare una popolazione più suscettibile specialmente tra i bambini. Va però detto che in termini clinici cambia poco, nel senso che la sintomatologia è la stessa di ogni influenza, con mal di testa, febbre, brividi, mal di ossa", ha spiegato Gianni Rezza, professore di Igiene e Sanità Pubblica presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ed ex Direttore Generale della Prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute.
"I vaccini attuali - continua Rezza - contengono una protezione contro entrambi i sottotipi dell'influenza A. Certo, l'A-H3N2 è un virus che rispetto a A-H1N1 è meno stabile, tende a mutare di più, quindi in qualche stagione influenzale potrebbe essere riconosciuto in misura minore dal vaccino, che pero' resta comunque una valida difesa. Senza contare che questo potrebbe essere un anno 'buono' nel quale si ha un'alta corrispondenza tra la protezione vaccinale e anche l'A-H3N2 che circolerà nei prossimi mesi".
La cura
Il miglior rimedio, si legge sul sito dell'Iss, è il riposo a casa, stare al caldo e bere molta acqua per evitare la disidratazione. Si può assumerne se necessario, paracetamolo o ibuprofene per abbassare la temperatura se la febbre è elevata e alleviare i dolori; astenersi dal lavoro o da scuola fino alla guarigione che per la maggior parte delle persone, richiede circa una settimana.
Chi è a rischio
Se sono invece presenti condizioni di rischio, o altre situazioni di fragilità, va presa in considerazione una visita dal medico di famiglia. In particolare nel caso di: soggetti di 65 anni di età o oltre, donne incinte, presenza di malattie croniche, indebolimento del sistema immunitario - per esempio, per chemioterapia, se si sviluppa dolore al petto, mancanza di respiro o difficoltà di respirazione, o tosse con sangue, peggioramento del quadro clinico dopo una settimana. In queste situazioni, potrebbe essere necessaria una terapia farmacologica per attenuare i sintomi e aiutare a recuperare più rapidamente.
Quali farmaci assumere
Esistono due classi di farmaci antivirali impiegabili nell’influenza: gli inibitori della neuraminidasi (oseltamivir -Tamiflu e zanamivir -Relenza) e gli inibitori della proteina virale M2 (amantadina e rimantadina). L’impiego degli antivirali è stato oggetto di un vivace dibattito e, attualmente, le indicazioni espresse dalle linee guida dell’Oms e dell’Ecdc concordano nel limitarlo a casi selezionati.
L’uso di routine non è appropriato, data l’irrilevanza degli esiti (riduzione statisticamente significativa ma non clinicamente significativa del decorso: diminuzione di circa un giorno della febbre negli adulti e di circa mezza giornata nei bambini), a fronte della possibilità di eventi avversi (nausea, vomito, disturbi neuropsichiatrici, alterazioni della funzione renale), oltre che di fenomeni di resistenza. In ogni modo devono essere somministrati precocemente (al massimo entro 48 dall’insorgenza dei sintomi).
Cosa fare quando si ammalano i bimbi
Il trattamento, si legge sul sito del Bambino Gesù, è lo stesso che negli adulti: riposo, buona idratazione e antipiretici (come il paracetamolo) per la febbre, la cefalea e i dolori osteo-muscolari. Nei bambini a rischio di sviluppare forme complicate di influenza si utilizza anche una terapia antivirale con farmaci antivirali specifici come oseltamivir, zanamivir, amantadina e rimantadina, che deve essere iniziata precocemente (entro 24-48 ore dalla comparsa dei sintomi).
La prevenzione si basa sulla vaccinazione e sul rispetto delle norme igieniche per minimizzare il rischio di contagio:
- Coprire con un fazzoletto naso e bocca quando si starnutisce e gettare il fazzoletto nella spazzatura dopo averlo usato;
- Lavare spesso le mani con acqua e sapone specialmente dopo avere tossito o starnutito e dopo aver frequentato luoghi pubblici. Sono utili ed efficaci anche detergenti per le mani a base di alcol;
- Cercare di evitare contatti con persone che presentano sintomi influenzali;
- Evitare di toccare occhi, naso e bocca perché i germi si diffondono proprio in questo modo;
- In caso di influenza, rimanere a casa e limitare i contatti con altre persone per evitare di infettarle.