AGI - Di sicuro in molti sarebbero pronti a giurare che lo scopo ultimo di un bagnino sia salvare la vita a chi si trova in difficoltà. Ma evidentemente non è così secondo le norme che la Capitaneria di Porto è chiamata a far rispettare. E non è così nemmeno per Saverio Amato, bagnino di 44 anni di Cavallino-Treporti, litorale adriatico a due passi da Venezia, che si è visto multato con 1.032 euro per aver egregiamente svolto il suo lavoro.
Il suo unico errore? Aver pensato di salvare la vita ad una turista tedesca 70enne colta da malore che rischiava di annegare senza aver comunicato “immediatamente e tempestivamente” (come previsto da protocollo) il suo intervento alla Capitaneria di Porto. Ad allertare la Capitaneria ci ha infatti pensato il 118 e non il bagnino. Da qui la sanzione.
Zaia: "La burocrazia a volte seppellisce il buon senso"
“La necessità di rispettare norme, leggi e regolamenti vigenti non va mai messa in discussione, ma a volte la burocrazia ci mette lo zampino e seppellisce il buon senso. Mi auguro lo si voglia applicare nel caso del bagnino di Cavallino-Treporti, protagonista del salvataggio di una turista che rischiava di annegare e subito dopo multato di oltre mille euro per non aver tempestivamente seguito la procedura che prevede a suo carico una segnalazione formale ad altra autorità. Multato per omesse scartoffie. Non va bene”. Lo dice il Presidente della Regione, Luca Zaia, dopo che la notizia di un operatore di soccorso del litorale veneto, multato per non aver seguito una procedura burocratica dopo aver salvato una turista straniera in grave difficoltà, ha fatto il giro d’Italia, finendo anche sulla prima pagina di un grande quotidiano nazionale.
“Mentre mi congratulo con Saverio Amato per il salvataggio effettuato con prontezza e tempestività – prosegue Zaia – mi auguro che chi ne ha l’autorità possa rivedere la sanzione comminata, valutando anche lo svolgersi degli eventi, che si riassume con una vita salvata dall’intervento di un bravo bagnino”. “Fatti come questo – conclude Zaia – non fanno bene all’immagine delle nostre spiagge, che sul mercato turistico competono con il mondo intero in una battaglia senza esclusione di colpi e che non vengono certo sostenute da vicende che dimostrano come la burocrazia sia sempre in agguato”.