AGI - "Ciao Totò figlio di Palermo", "per sempre nel cuore". Così recitava uno striscione nel sagrato della cattedrale dove sono stati celebrati i funerali di Totò Schillaci nella cattedrale di Palermo. Per l'ultimo saluto al 'ragazzo del Cep', il bomber di Juve, Inter e Nazionale, sono arrivati migliaia di palermitani. Il carro funebre è arrivato nell'abbraccio della città.
Un grande applauso ha accolto il feretro del campione morto a 59 anni. La bara è stata accompagnata dalla famiglia e da migliaia di palermitani.
Su un lato una foto che riproduce l'azzurro con la maglia della Nazionale e l'ultimo Schillaci. Sopra le sciarpe e i gagliardetti di Messina, Juventus, della curva nord del Palermo, la maglia numero 19 della Nazionale e Palermo.
Te ne sei andato via così, all’improvviso, come facevi tu: sempre a stupire, senza preavviso (Mattia Schillaci)
Il post del figlio, il vuoto che hai lasciato è enorme
"Mi sono preso un po’ di tempo prima di scriverti… il vuoto che hai lasciato è enorme. Tutti ti hanno conosciuto come l’eroe delle notti magiche, ma purtroppo per loro nessuno ti ha conosciuto come padre. Sei stato, e sarai per sempre, il mio migliore amico. Sei stato l’esempio più bello, il supereroe che tutti i bambini sognano quando chiudono gli occhi. Te ne sei andato via così, all’improvviso, come facevi tu: sempre a stupire, senza preavviso". Queste le prime parole di un lungo post pubblicato su Instagram, dal figlio Mattia.
"Un macigno nel cuore, nell’anima, una pugnalata nel petto, una ferita enorme, e le cicatrici rimarranno per sempre.
Ti amerò per sempre, ti porterò sempre nel mio cuore, quel cuore che si è dimezzato ora che sei lontano da me. Nessuno potrà spezzare il nostro legame, fatto d’amore, sincerità e rabbia: due compagni che hanno viaggiato insieme, dal giorno in cui mi hai messo al mondo al giorno in cui mi hai lasciato. Il tuo sangue scorrerà sempre nelle mie vene e la tua presenza sarà costante, ricorrente, fissa nella mia vita.
- scrive Mattia - Gli ultimi giorni passati insieme ti hanno reso più debole e fragile, sia fisicamente che emotivamente. Quel bastardo ti ha preso e stramazzato; probabilmente era più tifoso lui di molti altri, tanto da non abbandonarti fino alla fine. Che ci vuoi fare? Me lo dicevi sempre tu che, a volte, questi tifosi ti massacravano, ma questo è stato proprio asfissiante. Però tu hai combattuto come un leone, il tuo cuore era d’acciaio, eri legato alla vita. Così mi ha detto quella dottoressa con gli occhi azzurri, in quel reparto, negli ultimi giorni. Sei nato combattendo e sei andato via allo stesso modo. Forse ha vinto lui, forse… Perché in realtà non è così: noi saremo sempre insieme, ovunque tu sia.
Ti avevo promesso che sarei stato con te fino alla fine, ma ti ho mentito, perché tra me e te, tra il nostro legame, nel nostro amore, non ci sarà mai fine. Ora non so davvero come sarà senza di te, non so se il tempo sanerà e curerà questa ferita, ma so che tu mi aiuterai e guiderai, ne sono certo. Ti amo infinitamente, e la tua eredità continuerà a vivere nei nostri cuori. Grazie per quello che sei stato, grazie per quello che ci hai dato. Grazie di tutto, papà. Prima o poi ci rivedremo. Ti amo".
L'applauso infinito di Palermo, cori da stadio all'uscita del feretro dalla cattedrale
'Cori da stadio' alla cattedrale di Palermo, sul sagrato al termine dei funerali. Una grande bandiera del Palermo ha sventolato durante tutto il rito e poi all'uscita del feretro, mentre tanti gridavano il suo nome, "Totò Schillaci" e "Uno di noi", "Per sempre nel cuore". Un applauso infinito ha dato l'addio a questo "Figlio di Palermo", come era scritto sul maxi striscione".
Il vescovo, come Puglisi ha tolto i ragazzi dalla strada
"Totò come don Pino Puglisi ci dice 'e se qualcuno fa qualcosa' questa città la possiamo cambiare e Palermo la dobbiamo cambiare. Io dico grazie a Totoò Schillaci perché, lui ragazzo semplice, ha voluto dedicarsi ai nostri ragazzi. È andato in strada, è stato con loro, li ha tolti dalla strada per provare a dargli un futuro. Lo ringraziamo tutti", ha detto l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice a conclusione dei funerali.
L'omelia, ora convocato nella squadra del Paradiso
"Sinora, caro Totò avevi giocato soltanto il primo tempo della tua vita, breve, quasi da tempi supplementari, di 59 anni. E se è vero che non hai segnato il gol della vittoria su questa terra per liberarti dalla malattia, nel secondo tempo, che è durato un istante, quello della morte, nel fischio finale, come deve essere per ogni credente, lì hai giocato la partita più bella tua vita, hai fatto il passaggio più bello della tua vita, un passaggio non con giocatori altrettanto bravi come te, ma con il numero 1, Gesù, e hai realizzato il passaggio alla vita eterna e ti sei ritrovato davanti ad una porta, ma non come quella di un campo di calcio di serie A, ma ti sei trovato davanti una porta senza traversa, una porta senza pali, una porta senza rete, ti sei ritrovato davanti la Porta della misericordia, la porta dell'amore, la porta della bontà del Padre che, da vero arbitro giusto e inappellabile, ti ha convocato per la partita del cuore, per la partita che non avrà mai fine, che ti ha fatto entrare nella squadra più bella del mondo, che si chiama Paradiso", ha detto nell'omelia il parroco della cattedrale di Palermo, Filippo Sarullo. "Sarai sempre con noi, nelle nostre strade, nelle strade del tuo quartiere, il Cep, che mai hai dimenticato, nei nostri stadi. Grazie amico e fratello di tutti", ha concluso.