AGI - I finanzieri del comando provinciale di Bari e BAT hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 persone, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica. I destinatari del provvedimento, insieme ad altre 30 persone, sono indagati a vario titolo e in concorso tra loro, per reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale, corruzione e autoriciclaggio. L'operazione conclude un'articolata indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari e dalla Compagnia di Trani, che ha rivelato un'organizzazione dedita al rilascio di titoli di studio falsi o senza valore legale. Questi titoli erano emessi da enti universitari e istituti scolastici paritari in varie regioni italiane e da società costituite all'estero, apparentemente autorizzate a rilasciare titoli "riconosciuti" in Italia.
L'organizzazione pubblicizzava i falsi titoli attraverso siti web e social media, rilasciando diplomi con loghi e certificazioni contraffatti. Un polo universitario con base a Trani, supportato da oltre 55 point su tutto il territorio nazionale, reclutava aspiranti insegnanti e diplomati che pagavano circa 8.000 euro per ottenere titoli finalizzati all'accesso a concorsi pubblici.
Durante le indagini è stata scoperta la presentazione di richieste di riconoscimento dei titoli al ministero dell'Università e della Ricerca, prive di documentazione, per ottenere temporanei incarichi di insegnamento. Le investigazioni hanno anche accertato la divisione del gruppo criminale in tre fazioni, ciascuna dedita a nuove frodi, una delle quali ha corrotto un funzionario governativo albanese per favorire un'università privata. Il sequestro di oggi ha riguardato proventi illeciti stimati in circa 10 milioni di euro, reinvestiti in beni mobili e immobili. Sono state sequestrate le quote di 8 imprese, mentre sono in corso decine di perquisizioni in tutta Italia.
"L'attività di indagine coordinata dalla di Trani ci ha consentito di intercettare e contrastare le condotte delittuose che andavano a minare in primis il buon andamento della pubblica amministrazione: queste associazioni per delinquere avevano come obiettivo quello di consentire a dei cittadini ingannati, truffati, di poter utilizzare dei titoli falsi da spendere anche in procedure concorsuali pubbliche. Quindi per l'ingresso nel mondo del lavoro nella pubblica amministrazione" ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il Comandante provinciale della guardia di finanza di Bari Pasquale Russo. Gli arrestati sono Maria Saveria Modaffari (38 anni) di Condofuri (Rc), Fortunata Giada Modaffari (33) di Roma, Maria Attisano (57) di Locri (Rc), Lucia Catalano (44) di Trani, Savino Cianci (60) di Trani, Leonardo Catalano (42) di San Severo, Marco Lombardi (52) d Stornarella, Antonio Caporale (33) di Foggia e Maria M'daraa (36) di Stornarella.
Questi titoli di studio venivano sfruttati in "settori nevralgici", come "l'istruzione, e in particolare l'insegnamento di sostegno e la sanità con i concorsi OSS", spiega il comandante che aggiunge: "è chiaro che dei corsi venduti da queste associazioni che venivano realizzati attraverso delle procedure semplificate, erano dei corsi che probabilmente non avevano dei contenuti pienamente validi per consentire poi di rendere il miglior servizio possibile che l'utenza, in questo caso delle persone e dei ragazzi diversamente abili o i pazienti, devono assolutamente ricevere".
Fondamentale per le indagini è stata la denuncia di un cittadino, perché quando "ci sono stati i primi sospetti sulla dubbia validità di questi certificati una parte di questa associazione criminale ha cercato di lucrare su questa incertezza paventando e garantendo un omologa di questi titoli non autentici a fronte del pagamento di ulteriori somme di denaro - ha raccontato il comandante della guardia di finanza Bat, Pierluca Cassano -, sfruttando quella che è poi la paura di chi aveva ottenuto questi titoli di non ottenere il posto di lavoro oppure chi l'aveva già ottenuto di perderlo".
Spesso si sarebbe trattato di persone che probabilmente avrebbero potuto perdere "il posto di lavoro quindi erano soggetti sicuramente una condizione di rilevante debolezza ai quali è stato detto 'voi riuscirete a mantenere il posto di lavoro solo se, sborsando questo ulteriore somma di danaro, vi munirete di questo ulteriore titolo rilasciato da una diversa università. Come si fa a dire che questi soggetti volevano la scorciatoia - ha detto il sostituto procuratore di Trani, Achille Bianchi -. Per questi è chiaro che si trattava di soggetti che non avevano altra scelta. Erano proprio costretti ad aderire a queste ulteriori richieste di danaro da parte dell'organizzazione". Quello scoperto oggi dalla procura di Trani è "una parte di un fenomeno più ampio probabilmente molto più ampio e non solo nel nostro territorio ma io credo - ha concluso il sostituto Bianchi - su scala nazionale".