AGI - Sarà riesumata la salma di Francesco Vinci, sospettato nel 1982 di essere il 'mostro di Firenze', ma scagionato da un successivo delitto avvenuto mentre era detenuto, ucciso nel 1993 nel rogo della sua auto dopo sevizie e torture. A darne notizia è l'agenzia di investigazioni "Falco" di Lucca di Davide Cannella, incaricata dalla moglie di Vinci.
Il nuovo accertamento, con prelievo di Dna, servirà a capire se sia effettivamente il suo il corpo trovato carbonizzato nel bagagliaio di una Volvo 240 di proprietà di Vinci il 7 Agosto del 1993 a Chianni. In quell'auto, bruciato, c'era anche il corpo dell'amico Angelo Vargiu. Il nuovo accertamento, spiega Cannella, servirà a chiarire "anche le tante incongruenze presenti nella autopsia di 31 anni fa. A partire dal fatto che il Vinci quando da giovane viveva a Villacidro, ebbe un diverbio con un coetaneo che gli sparò con una pistola al petto. Ma non fu possibile estrarla e per tutta la vita dovette portarla nel suo torace, ma incredibilmente non fu trovata nell'esame necroscopico". Il responsabile del duplice omicidio non è mai stato individuato.
Vinci, assieme al fratello Salvatore, è uno dei nomi della cosiddetta "pista sarda", l'ipotesi investigativa che lega i delitti all'autore del duplice omicidio avvenuto nel 1968 a Signa, in cui vennero uccisi Barbara Locci e il suo amante Antonio Lo Bianco. Per questo fatto fu condannato il marito della Locci, Stefano Mele, ma la pistola, una Calibro 22 che firmerà i successivi duplici omicidi del "mostro", non sarà mai ritrovata.