AGI - La Fondazione Santa Lucia rischia il fallimento. La struttura riabilitativa di Roma, punto di eccellenza della sanità laziale rischia di chiudere i battenti a causa di un enorme dissesto economico. A lanciare l’allarme sono i sindacati, Cgil – Cisl e Uil, che il prossimo 6 agosto saranno ricevuti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La vertenza vede coinvolte oltre 800 persone che lavorano, a vario titolo, per la Fondazione “rendendola una struttura fondamentale per il servizio sanitario regionale del Lazio e quello nazionale. L’IRCCS, infatti, rappresenta un’eccellenza nella neuroriabilitazione e sulla ricerca nelle neuroscienze che non può essere dispersa. – scrivono i sindacati in una nota - All’incontro ribadiremo quanto già espresso negli incontri con il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in merito la necessità di garantire la piena continuità occupazionale e dell’assistenza sanitaria alla popolazione. Non possono essere le lavoratrici e i lavoratori, né le cittadine e i cittadini che necessitano di cure, a pagare le conseguenze di una crisi di cui non hanno alcuna responsabilità per questo è fondamentale che s’intervenga per rendere la struttura pubblica”.
Oggi sulla Fondazione pesa un debito monstre di oltre 300 milioni di euro, quando la produzione media d’impresa per anno si aggira sui 100 milioni. Una situazione che si è venuta a creare, secondo i sindacati, a causa di “una gestione non adeguata, costi di gestione altissimi, tariffe non consone alla complessità dei pazienti assistiti e mancati raggiungimenti dei budget
assegnati” che “hanno provocato un debito mostruoso”.
“Il 6 agosto quando andremo al ministero, chiederemo che questa struttura, unica nel Lazio, sia acquisita dalla regione Lazio. Perché solo una struttura pubblica può garantire quei livelli di qualità” afferma all’AGI, il Segretario generale della Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola che aggiunge “perché far esplodere una crisi e far pagare le conseguenze ai cittadini? Se il governo vuole può farlo”.
“La verità è che così la struttura non è sostenibile e i rischi concreti sono: una diminuzione della qualità dell’assistenza e i tagli al personale” ha concluso Di Cola.
Anche la politica locale si è mobilitata a difesa di un presidio ritenuto fondamentale e in regione si è già svolto nei giorni scorsi un tavolo con il presidente Rocca.
“Siamo preoccupate per la sorte delle lavoratrici e dei lavoratori dell'Istituto e per le loro famiglie che in questi giorni, anche grazie al sostegno dei sindacati, stanno rivendicando garanzie e stabilità. Chiediamo alla Regione Lazio, al presidente Rocca e al Governo Meloni di intervenire per assicurare le risposte e le tutele necessarie a dare continuità a questo servizio fondamentale che fornisce assistenza di eccellenza a migliaia di romani in settori molto delicati, come la riabilitazione neuromotoria, e impegna numerosi ricercatori e ricercatrici in diversi settori d'avanguardia" dichiarano la capogruppo del Partito democratico in Campidoglio Valeria Baglio e la consigliera capitolina Pd Antonella Melito.