AGI - È quasi deserta piazza Giovanni Paolo II, nel quartiere Scampia, a Napoli, dove sono iniziati i funerali di Patrizia e Margherita Della Ragione e Roberto Abbruzzo, le tre vittime del crollo di un ballatoio della Vela Celeste. Sono circa 200 le persone presenti, tra cui anche istituzioni e giornalisti, mentre si prevedeva un grande afflusso di persone, tanto che erano state posizionate 2.000 sedie in piazza ed era stato scelto un luogo molto ampio per favorire la partecipazione.
Nel corso delle celebrazioni, alcune centinaia di persone si sono posizionate sui lati della piazza, e sotto i gazebo della Protezione civile per trovare ristoro dal caldo torrido. Le sedie e la parte centrale della piazza, restano invece quasi deserte. Una cinquantina di ragazzi si sono raccolti in fondo alla piazza con tantissimi palloncini bianchi e azzurri, che saranno lasciati volare al termine del funerale.
L'arcivescovo: "Una periferia simbolo di tutte le periferie"
"Oggi ci troviamo qui in questa periferia della nostra città, periferia spesso simbolo di tutte le periferie non solo della nostra città ma del nostro Paese. Una periferia che purtroppo oggi diventa il centro dell'attenzione di tutti non per la sua rinascita, ma perché ancora una volta l'odore della morte e della paura pervade le sue vie e i cuori dei suoi abitanti". L'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, apre cosi' la sua omelia per i funerali delle tre vittime del crollo di un ballatoio della Vela Celeste di Scampia.
"Gli abitanti di Scampia - prosegue - che per già molto tempo hanno subito etichette mediatiche frettolose e generalizzanti, che hanno tanto lottato per scrollarsi di dosso un'opinione pubblica che legge le situazioni con una superficialità spesso più attratta dalla decadenza del male che dai tanti segni primaverili di riscatto, oggi si ritrovano qui, insieme all'intera città, per piangere Roberto, Patrizia, Margherita e per pregare per la guarigione di Carmela, Martina, Giuseppe, Luisa, Patrizia, Mya, Anna, Greta, Morena Suamy e Annunziata, vittime di un crollo che va ben oltre le macerie di cemento e ferro, assurgendo a simbolo di un crollo sociale che deve essere arginato, prevenuto, evitato, non solo qui ma in tutte le periferie della nostra città, del nostro Sud, della nostra Italia".
Battaglia lancia un messaggio di speranza e sottolinea che le periferie "possono rinascere, possono diventare simbolo di una resurrezione possibile, come ci insegna proprio la nostra Scampia che, al di là di certe narrazioni parziali e stereotipate, ha saputo sempre rialzarsi, diventando un esempio di autentica resilienza e riscatto, grazie all'onestà e all'impegno di tanti suoi figli e figlie, Chiesa, società civile e istituzioni che, quando si alleano per il bene comune, possono compiere veri e propri miracoli".
"Signore, venga il tuo Spirito e soffi su chi ha il compito di governare e amministrare il bene comune, affinché attraverso politiche di risanamento e di inclusione, possa rispondere con azioni concrete e immediate alle vite segnate dalla sofferenza. La politica è autentica se fa sua l'etica della cura e solo la cura può trasformare il dolore in speranza, la sfiducia dei singoli in un nuovo slancio comunitario". È un passaggio dell'omelia pronunciata dall'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, ai funerali delle tre vittime del crollo di un ballatoio, nella Vela Celeste di Scampia.
"Venga il tuo Spirito - aggiunge - e soffi sulle strade di Scampia, dove in queste ore gli sfollati camminano tra timori e speranze, dove tante persone costrette alla precarietà portano il peso di giorni difficili, dove tante famiglie lottano per un domani migliore, per un presente e un futuro abitato dalla giustizia e dalla pace". Battaglia auspica infine che lo Spirito del Signore soffi "sulle vele della nostra città, non su quelle di ferro e cemento deteriorate dal tempo e dall'incuria, ma su quelle vive, quelle fatte di carne, su quelle che oggi più che mai devono essere dispiegate, su quelle che raccontano un passato di dolore e di lotta e la cui stoffa lascia intravedere il colore della resilienza, della forza di chi non si arrende, della tenacia di chi spera ancora nel domani, della fede evangelica di chi trova bellezza anche nelle sue cicatrici".
Urla e pugni sulle bare
Urla, lacrime, tentativi di abbracciare le bare e pugni sul palchetto dove erano stati posizionati i feretri. Al termine dei funerali, hanno espresso cosi' il proprio dolore e la propria rabbia i parenti di Roberto Abbruzzo, Margherita Della Ragione e Patrizia Della Ragione, le tre vittime del crollo di un ballatoio nella Vela Celeste di Scampia, avvenuto lunedì scorso. A pochi metri dalle autorità, alcuni dei parenti delle vittime hanno colpito le bare con dei pugni, mentre in fondo alla piazza scelta per la celebrazione delle esequie, decine di palloncini bianchi e celesti venivano fatti volare, tra gli applausi dei presenti. Alcune persone si sono sentite male durante la cerimonia funebre a causa del gran caldo e sono state assistite dal personale dell'Asl e dai volontari della Protezione civile.