AGI - Dopo la convalida del fermo, il giudice ha disposto per i due 16enni la custodia in Ipm (Istituti Penali per i Minorenni). "Non sappiamo - ha detto l'avvocato Marco Di Giulio, legale di uno dei due indagati - in quale istituto verrà portato perché si attende di conoscere la disponibilità dei vari istituti. È una misura ovvia, anche in ragione di tutta quella che è la vicenda. Aspettiamo e vedremo gli sviluppi".
Il selfie
Sono le 18:21 de 23 giugno. Nel lido 'Croce Sud' di Pescara, M., uno dei ragazzi fermati per l'omicidio di Thomas Cristopher Luciani, si fa un selfie. Una fotografia, secondo gli inquirenti, scattata dopo avere ucciso il ragazzo di 17 anni e gettato il coltello insanguinato nel mare. "Seduto in posa su un lettino dello stabilimento balneare - si legge nel provvedimento di fermo a cui sono allegate diverse fotografie del presunto film del delitto - indossava verosimilmente gli abiti indossati dall'omicida cosi' come da narrazione delle testimonianze raccolte".
I primi fotogrammi delle 16 e 46, restituiti dalle telecamere di un condominio, mostrano i ragazzi che si incontrano al parco vicino alla stazione. I due vengono individuati nella vittima e in uno dei due aggressori. "Giungevano a piedi due ragazzi, uno di corporatura esile indossante un paio di bermuda blu e una felpa con cappuccio di colore bianco e scarpe scure, l'altro molto più alto del primo che indossava una t-shirt di colore nero e delle bermuda scure, un cappellino con visiera tipo baseball e delle scarpe da ginnastica bianche, che dopo aver percorso il viale del parco si andavano a posizionare vicino a dei tronchi di albero posizionati davanti a un campetto-area da gioco".
Poco dopo arrivano gli altri ragazzi del gruppo. "Uno dei cinque ragazzi, indossante una maglia di colore rosso si alzava dalla panchina e raggiungeva i primi due ragazzi. Lo stesso ragazzo tornava sui suoi passi raggiungendo di nuovo i quattro ragazzi vicino alla panchina e solo dopo alcuni minuti tutto il gruppo raggiungeva il ragazzo con la felpa bianca e quello indossante la maglia nera. Dopo alcuni secondi il ragazzo con la felpa bianca rientrava nella vegetazione dietro il campetto in compagnia del ragazzo con la t-shirt nera e dopo alcuni minuti i due ragazzi venivano seguiti da altri quattro nella vegetazione (uno era quello indossante la t-shirt rossa, un altro indossante una maglietta chiara e bermuda chiari, e due ragazzi vestiti in modo identico con t-shirt nera e pantaloncini bianchi".
Poi il momento ritenuto cruciale da chi indaga. "Dalla vegetazione si vedevano riuscire i ragazzi a uno a uno e per ultimo alle ore 17:21 usciva un ragazzo alto con capello scuro con visiera tipo baseball un paio di bermuda scure e una canottiera nera con scritta bianca sulla parte frontale e sui fianchi e delle scarpe bianche che si incamminava lungo il vialetto parallelo alla via Raffaello Sanzio, in direzione nord". "Dalla vegetazione - annotano gli inquirenti - il ragazzo con la felpa bianca e le bermuda blu, poi identificato in Thomas Christopher Luciani, non si vedrà più uscire".
Il gip: "Unico intento dare sofferenza e morte"
"Il quadro indiziario fa pertanto risaltare come causa determinante dell'azione sia l'impulso lesivo, quello di provocare sofferenza e uccidere un essere umano, sino quasi a integrare il motivo futile, ossia il motivo meramente apparente e in realtà inesistente, che cela l'unico vero intento, che è quello di cagionare sofferenza e morte". È uno dei passaggi del provvedimento di convalida del fermo del giudice del tribunale per i Minorenni dell'Aquila, Roberto Ferrari, emesso a carico dei due 16enni presunti autori dell'omicidio di Thomas Christopher Luciani.