AGI - Avrei voglia di venire lì a stringerla, ad abbracciarla...". Roberto Benigni sul sagrato della Basilica di San Pietro è un fiume in piena. "Lei che è argentino, possiamo ballare un tango", ha continuato raccontando che due guardie svizzere, prima dell'inizio del suo monologo lo hanno avvertito "Tutto puoi fare tranne toccare il Santo Padre". "E ora ho voglio di fare solo quello", ha aggiunto Benigni. "Come Adamo ed Eva...". "Ho voglio tanto di toccarla. Posso un bacio? A che servono i baci se non si danno?", ha continuato e poi si è avvicinato all'altare e ha baciato Papa Francesco.
"Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro, lo potete fare!", ha detto Benigni rivolto alle migliaia di piccoli giunti nella piazza per la Giornata Mondiale dei Bambini, "costruite un mondo migliore, fatelo diventare più bello che noi non ci siamo riusciti. Fate diventare il mondo più bello. È più facile di quello che sembri, sapete perché? Perché lo vuole lui, di essere più bello. Il mondo ha bisogno di essere bello, ne ha bisogno, e voi lo potete fare, lo dovete fare. Ha bisogno di essere bello il mondo". Un mondo che è "governato da gente che non sa cos'è la misericordia, l'amore. Gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati: la guerra". La guerra, "questa parola brutta", "sporca tutto, non la si può ascoltare".
Una parola magica per fermare la guerra
"Dobbiamo porre fine a questa cosa. Io vedo che quando i bambini giocano alla guerra appena uno di loro si fa male si fermano, fine del gioco. Ma perché quando fanno la guerra al primo bambino che soffre, che si fa male, non si fermano?", ha sottolineato Benigni. "Ma perché? Che vigliaccheria. Deve finire la guerra deve finire". "Quello che diciamo può diventare vero. Dobbiamo trovare le parole giuste, che facciano diventare le cose vere, nessuno ha trovato la parola giusta per fermare la guerra, un pò come 'apriti, sesamo', 'guerra, fermati'. Eppure sono sicuro che in mezzo a voi ci sia chi troverà la parola per fermare la guerra per sempre. Esiste quella parola, la dobbiamo cercare insieme", ha aggiunto Benigni.
"Ognuno di voi porta il proprio contributo, piccolo piccolo" verso il bene, ha proseguito, "cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici, e per farlo bisogna essere felici. Siate felici, diventate l'adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini". "I bambini sono il nostro futuro, la gioia di domani, una cosa meravigliosa. Magari in mezzo a voi c'è un nuovo Michelangelo, un nuovo Galileo, una nuova Rita Levi Montalcini. O magari c'è il nuovo Papa, o due o tre, non si sa mai". Perché, sottolinea il comico, "questa è la città del Signore, il regno di Dio e tutto è possibile, anche che uno di voi diventi Papa, magari il primo africano o asiatico della storia, o di Roma, del Testaccio, o la prima Papa donna della storia, pensate che roba".
"Da bambino volevo fare il Papa..."
"È veramente emozionante. Sono pieno di felicita'", "sono pieno di gioia come un cocomero", ha sottolineato Benigni che ha detto di sentirsi a proprio agio in Vaticano, "lo Stato più piccolo del mondo dove c'è l'uomo più grande del mondo, una cosa incredibile", "Io ho una vocazione", ha aggiunto raccontando che quando era piccolo alla domanda cosa volesse fare da grande, lui rispondeva "serio serio: il Papa. E tutti a ridere, si sbellicavano dal ridere. Allora decisi di fare il comico - ha detto il Premio Oscar -, se invece di ridere si fossero inginocchiati avrei fatto il Papa. Sarebbe stato pericoloso però mi piacerebbe fare il Papa".
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Oggi siamo tornati tutti bambini, e il più piccolo è Papa Francesco, che ha tre anni e tanti, tanti, tanti giorni, è un bambino, è puro, ha la purezza, se venite a mezzanotte ha un'aura luminosa perché è puro, ha una luce intorno, come Campanellino di Peter Pan, ha la polvere di fata anzi la polvere di Papa". Infine una proposta, anzi "una bella idea, una bellissima idea": "Quasi quasi per le prossime elezioni mi presento anche io. Non dopo di lei, insieme a lei. Ci mettiamo insieme e facciamo il campo largo. Mettiamo sulla scheda Jorge Mario Bergoglio detto Francesco, vinciamo subito".