AGI - Un protocollo, il primo mai firmato in Africa, per promuovere arbitrati e soluzione di controversie alternative alle Corti. Il punto sul Piano Mattei e sulle sue ricadute. Un call per start-up provenienti da 10 paesi diversi. Ma anche e soprattutto network tra gli attori della cooperazione. Prosegue alla Fiera di Roma, Codeway Expo, l'evento di punta per la cooperazione internazionale, organizzato da Fiera Roma e Internationalia.
Si tratta di una piattaforma di dialogo tra il settore pubblico e privato, attraverso la quale le aziende avranno l'opportunità di esplorare e capire come ampliare il proprio ruolo nel contribuire agli obiettivi di sviluppo globale, interagendo direttamente con i grandi attori della cooperazione internazionale e multilaterale.
Al centro della seconda giornata di lavori la firma di un accordo sulla promozione dei mezzi di soluzione delle controversie alternativi alle Corti locali in Zambia. L'Associazione Italiana Arbitrato, fondata nel 1958 dal presidente della Repubblica Antonio Segni, ha così dato effetto assieme al Lusaka International Arbitration Centre ad un Addendum al Memorandum già concluso a novembre scorso alla presenza del presidente Zambiano Hichilema. Si tratta del primo accordo di questo tipo nel continente africano.
L'AIA predisporrà un programma di formazione per i funzionari del Centro arbitrale e per i funzionari pubblici zambiani. La soluzione delle controversie attraverso la mediazione e l'arbitrato è fondamentale per la promozione degli investimenti e per assicurare la sicurezza e la stabilità dell'area.
Ciheam Bari ha parlato di Startup10, progetto finanziato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, che coinvolge 21 incubatori di imprese e che si propone di selezionare e supportare 140 start-up innovative operanti nell’ambito della green economy e della blue economy provenienti da 10 Paesi del Mediterraneo e dell’Africa (Albania, Algeria, Bosnia Erzegovina, Egitto, Etiopia, Giordania, Kenya, Libano, Tunisia e Uganda).
“E’ arrivato davvero di tutto, dalla trasformazione delle materie prime alla produzione di pasta senza glutine ma soprattutto alle tecnologie legate alle filiere e alla vendita. Molte iniziative mirano infatti al sostegno e rafforzamento della filiera per arrivare al mercato. Ovviamente spesso con soluzioni digitali” ha spiegato all’AGI Damiano Petruzzella, Ciheam Bari.
La seconda giornata si è aperta con un focus sul Piano Mattei, gli esempi virtuosi da seguire e la necessità di pianificare gli interventi in maniera organica ma allo stesso tempo modulabile e capace di adattarsi alle varie esigenze di un continente, quello africano, tanto vasto quanto diverso. "Il piano Mattei non viene dal nulla, ma viene dal patrimonio della cooperazione italiana di questi decenni. Un patrimonio fatto sia di interventi pubblici che dal lavoro e dall'opera di tanti soggetti come la società civile, le amministrazioni del Paese, i sindacati, le università, le fondazioni e le imprese che sono il nuovo attore che si sta affacciando e si prepara ad usare gli strumenti che già esistono ed altri che stiamo immaginando per poter aumentare la loro potenzialità” ha detto all'AGI il direttore dell'Agenzia italiana della cooperazione allo sviluppo (Aics), Marco Rusconi.
Si tratta di un accordo, ha aggiunto, che può "portare a un livello superiore le esperienze e le partnership già in atto, con spirito collaborativo e mai competitivo" e che funziona con un "approccio incrementale cioè che parte da alcuni grandi progetti pensati per avere un impatto anche trasformativo nei Paesi in cui vengono applicati, in pieno parternariato con gli attori locali. Ma altre progettualità si inseriranno".
Un Piano mirato ad un intervento adattabile e flessibile perché si dovrebbe parlare di "Afriche", non di Africa. “Noi proponiamo cooperazione, non imponiamo cooperazione" ha infine sintetizzato Rusconi.