AGI - "È tra i più grandi ordigni rinvenuti sul territorio nazionale. È attivo e presenta tre congegni. La rimozione sarà una vera e propria operazione chirurgica. Abbiamo stimato un intervento di cinque ore". Lo afferma il capitano dell'Esercito Luigi Prencipe, del team degli artificieri presenti a Viterbo per il disinnesco di una bomba della Seconda guerra mondiale dal peso di circa 2000 chili. In occasione delle operazioni 36 mila persone sono state evacuate.
"La bomba è stata ribattezzata 'lady Rosè, in onore di Santa Rosa, patrona della città", ha aggiunto l'artificiere. "Anche in passato era stato rinvenuto un ordigno simile a Viterbo. Se non ne sono esplose due, significa che Santa Rosa ha protetto questa città. Se fosse esplosa, non conosceremmo Viterbo così com’è oggi". "Gli artificieri si impegnano quotidianamente sul territorio nazionale per la rimozione degli ordigni e per garantire la sicurezza dei cittadini", ha ricordato Prencipe. "Studiamo continuamente le procedure e l'Esercito ci dà una formazione completa. La paura? È un sentimento che rispettiamo, perché ci fa muovere in maniera coscienziosa".
Concluse le operazioni di disinnesco
Gli artificieri del sesto Reggimento Genio Pionieri dell'Esercito hanno provveduto al disinnesco della bomba d'aereo di circa due tonnellate, risalente al secondo conflitto mondiale, rinvenuta in via Alcide De Gasperi a Viterbo. Le operazioni, coordinate dalla Prefettura di Viterbo, sono iniziate alle ore 6 con lo sgombero di un'area di 1.400 metri di raggio dal punto in cui si trovava la bomba e la conseguente evacuazione di circa 36.000 cittadini. Per la sicurezza dell'area è stato disposto il divieto di sorvolo dello spazio aereo interessato, nonché la chiusura del traffico ferroviario sulla linea ferroviaria regionale Roma - Viterbo. Gli operatori del 6 Reggimento Genio Pionieri, una volta completata la fase di evacuazione, hanno iniziato alle ore 10.25 l'intervento di disinnesco per la rimozione delle tre spolette, ossia i congegni di attivazione della bomba, tutte "attivate e armate".
Una volta neutralizzato, il residuato bellico è stato trasportato presso l'80 reggimento "Roma", dove è stato reso inoffensivo con la tecnica della "lisciviatura". Si tratta di una tecnica che prevede lo svuotamento dell'ordigno tramite getti d'acqua ad alta temperatura, in grado di sciogliere l'esplosivo e convogliarlo in un sistema di filtraggio, in modo da separare il composto per la successiva distruzione dell'esplosivo.
Nel 2023 i nuclei di artificieri dei reggimenti genio dell'Esercito hanno condotto 2.356 interventi su tutto il territorio nazionale, neutralizzando 12.666 residuati bellici di cui 21 bombe d'aereo risalenti ai conflitti mondiali. La bomba, dal diametro di 76 cm, lunga 2.08 metri e con uno spessore di 0.77 cm, contiene al suo interno oltre 1.300 kg di esplosivo. La bomba da 2.000 Kg è della tipologia più grande ed è la sesta rinvenuta in Italia. Per limitare l'area di evacuazione e i conseguenti disagi alla popolazione locale, i militari hanno realizzato una struttura di contenimento in grado di mitigare i possibili effetti dovuti a un'eventuale esplosione accidentale durante le delicate attività di disinnesco. Ciò ha permesso di ridurre il raggio di sgombero a soli 1.400 m. Le distanze sono il frutto di recenti studi e sperimentazioni svolti dal Centro d'eccellenza Counter-Improvised Explosive Devices di Roma.
"Ringrazio di cuore tutti i cittadini per la preziosa collaborazione, le operazioni hanno avuto successo anche grazie alla vostra serieta'", ha affermato la sindaca Chiara Frontini alla conclusione delle operazioni.
"Per questa complessa attività - le parole della prima cittadina - "sono stati organizzati 24 punti di raccolta verso 3 centri di accoglienza, dove le persone hanno potuto passare il tempo in compagnia; un ospedale da campo e un centro per le persone con particolari fragilità; 9 droni e 55 varchi presidiati dalle forze dell'ordine per la sorveglianza della citta'. Sono stati organizzati centri per ospitare i nostri amici a 4 zampe e un gazebo informativo per i pellegrini in cammino su Viterbo".
"Tutto questo - ha detto - "non sarebbe stato possibile senza la perfetta sinergia che c'è stata tra tutte le istituzioni, grazie al Prefetto di Viterbo, il Questore, al Vescovo, alla Asl di Viterbo, a Giancarlo Martinengo che ha fatto da coordinatore per l'Amministrazione Comunale, il Comandante Mauro Vinciotti e tutta la polizia locale. Grazie alla Croce Rossa di Viterbo, grazie all'enorme lavoro di tutti i gruppi di protezione civile, i volontari, i parroci delle nostre parrocchie. Ognuno per la propria parte ha fatto un lavoro eccellente da fine marzo ad oggi". Alle 17, la sindaca Frontini e il prefetto Gennaro Capo incontreranno la stampa.