AGI - La gravità della malattia era un modo per far passare il suo trasferimento inosservato. Far credere all'esterno che Francesco Schiavone, detto Sandokan, avesse bisogno di cure particolari tanto da lasciare la sua cella nel carcere di Opera, a Milano, per andare in quello dell'Aquila, dove era stato assistito Matteo Messina Denaro morto per tumore, era un espediente, così come confermato fonti investigative contattate dall'AGI, per evitare che la voce del suo pentimento circolasse in fretta in ambienti della camorra. In realtà Schiavone è malato ma non ha neoplasie; la voce che fosse malato di tumore non è mai stata smentita proprio per tenere più riservato possibile il trasferimento nell'istituto di pena dove già sta parlando con la Dna e la Dda distrettuale. Alcuni dei suoi stretti familiari, sempre secondo le fonti, sono rimasti spiazzati da questa decisione di collaborare con la giustizia, e alcuni di loro si sarebbero già rifiutati di abbandonare le loro case a Casal di Principe (Caserta).