AGI - Le donne coinvolte negli incidenti stradali sono associate a un rischio maggiore di subire traumi rispetto alle controparti maschili. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Public Health, condotto dagli scienziati del Medical College of Wisconsin. Il team, guidato da Susan Cronn, ha esaminato i dati relativi alle lesioni da trauma delle vittime di incidenti automobilistici per valutare le distinzioni di genere. Gli equipaggiamenti di sicurezza delle automobili, spiegano gli esperti, sono stati progettati pensando a un corpo maschile, il che potrebbe spiegare perché le donne siano generalmente associate a rischi maggiori di lesioni, traumi e intrappolamenti in caso di incidenti.
“Abbiamo scoperto una notevole differenza di genere in termini di lesioni da trauma – sottolinea Cronn – i modelli evidenziano che le donne sono associate a conseguenze importanti più frequentemente rispetto alle controparti maschili, indipendentemente dalla gravità degli urti. Dobbiamo pertanto approfondire e capire come migliorare queste statistiche”. In totale, gli studiosi hanno utilizzato i dati di oltre 56 mila vittime di incidenti stradali. L’impiego di dati clinici, sottolineano gli esperti, è stato estremamente utile per ottenere un quadro reale della situazione piuttosto che semplici stime di rischio. Stando a quanto emerge dall’indagine, gli uomini erano associati a un tasso di infortuni generale superiore, ma il numero di lesioni al bacino e al fegato era significativamente più elevato per le donne, così come il rischio di traumi, perdite di sangue, emorragie e tasso di mortalità.
“Queste informazioni – aggiunge Cronn – potrebbero indicare che i corpi femminili sono più vulnerabili in alcune situazioni. Spesso si pensa che i segni vitali siano gli stessi per ogni paziente, ma è possibile che sia necessario ridefinire i parametri di normalità”. Un indice di trauma differenziato per genere potrebbe rivoluzionare il modo in cui medici, paramedici e soccorritori si comportano con le vittime di incidenti. “Speriamo che i nostri risultati possano contribuire a sviluppare migliori sistemi di sicurezza automobilistica – conclude Cronn – che tengano in considerazione le importanti differenze tra i corpi maschili e femminili. Al contempo, i prossimi studi dovranno valutare i dati relativi alla dimensione dei veicoli, la tipologia e la dinamica degli incidenti, che non erano inclusi nella nostra analisi”.