AGI - "Siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell'ordine pubblico". Lo ha sottolineato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi nel corso dell'incontro al Viminale con i sindacati confederali incentrato sugli incidenti nei cortei pro Palestina avvenuti nei giorni scorsi. Il ministro ha ricordato anche che "negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi". Piantedosi ha ribadito nuovamente alcuni punti fondamentali: "Il governo non ha cambiato le regole di gestione dell'ordine pubblico; i responsabili della sicurezza agiscono sul territorio sulla base di valutazioni fatte sul posto e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico; nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dal loro contenuto".
In questo senso e per un regolare svolgimento di tutte le iniziative, il ministro ha evidenziato quanto sia "imprescindibile la collaborazione degli stessi manifestanti sia nella fase del necessario preavviso delle iniziative sia durante lo svolgimento delle manifestazioni rispettando le prescrizioni ed evitando comportamenti provocatori o violenti".
Nell'evidenziare "l'importanza e la necessità di mantenere un confronto costante con le organizzazioni sindacali, certo del loro consueto contributo", il ministro ha espresso "massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia". Piantedosi - secondo fonti del Viminale - ha ribadito nell'occasione che gli uomini e le donne in divisa sono "servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalita'".
Su quanto accaduto a Pisa, in particolare, "è in corso una indagine da parte della magistratura che farà piena luce su quello che è accaduto anche grazie a una completa documentazione messa subito a disposizione, completa di materiale videofotografico realizzato dalla Digos durante la manifestazione, prassi consolidata che garantisce sempre la massima trasparenza degli operatori". Piantedosi ha ricordato che le relazioni di servizio e il materiale videofotografico saranno esaminate dal Dipartimento di pubblica sicurezza per "verificare in maniera approfondita quanto è accaduto". Dunque, dal Viminale "nessuna sottovalutazione ma un atteggiamento responsabile e disponibile anche all'analisi autocritica, come sempre avvenuto e come chiarito fin dal giorno degli incidenti".
Stando a quanto trapela dal Viminale, per Piantedosi sono "del tutto inaccettabili, perchè false e strumentali, le polemiche sollevate contro il governo con l'obiettivo di accreditare nell'opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero". Per il ministro è "ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia".
Nel "convidere pienamente le parole del presidente Mattarella", Piantedosi si è detto convinto che "l'autorevolezza delle forze di polizia non si nutre dell'uso della forza ma affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana". Il ministro ha detto di condividere anche l'altro richiamo precedente da parte dello stesso capo dello Stato contro la "intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese".
Poi alcuni numeri: "Il governo fin dall'inizio israeliano-palestinese - ha spiegato il responsabile del Viminale - ha assicurato la piena libertà di manifestare a tutte le parti, sostenendo un rilevantissimo sforzo in termini di gestione dell'ordine pubblico. Basti pensare che dal 7 ottobre scorso su tutto il territorio nazionale si sono svolte 1.076 iniziative e che soltanto in 33 occasioni si sono registrate criticita'". Più in generale, "nel corso del 2023 sono state 11.219 le manifestazioni, con 969.970 operatori di polizia impegnati. Dal primo gennaio sono state 2.538 le manifestazioni, solo l'1,5% con criticità o turbative di ordine pubblico, con 150.388 operatori impegnati. Questi dati smentiscono in maniera inequivocabile una presunta contrazione della libertà di manifestazione in Italia. Peraltro, per il personale in divisa, tutto questo rappresenta un impegno quotidiano rischioso tanto che, nel 2023, nel corso delle manifestazioni pubbliche, si sono registrati 120 feriti, 31 già quest'anno". Rispetto a chi ha inteso collegare a questo tema quello dell'aumento delle identificazioni, Piantedosi ha osservato che l'incremento è avvenuto anche in virtùu' delle 'operazioni ad alto impatto' (548.564 identificazioni) e nel generale rafforzamento del territorio, attivita' invocate dai cittadini e dagli amministratori locali perche' hanno subito prodotto risultati tangibili".