AGI - Il giudice di pace boccia il sistema del Comune di Milano di inviare attraverso l’app ‘Ghisa Mobile’ le multe agli automobilisti indisciplinati. Una modalità che presenta “numerose lacune che impediscono ai cittadini di ricavarne dei benefici”, scrive la magistrata onoraria Larisa Marchioretto nella sentenza letta dall'AGI sul ricorso di una residente che non ha potuto godere della possibilità di pagare entro cinque giorni la sanzione con lo ‘sconto’ del 30% perché non ha mai ricevuto la notifica dell’infrazione. Questo nonostante avesse scaricato sul telefono l’app, inserito la targa sul Fascicolo del Cittadino e attivato gli avvisi.
Nel ricorso l’avvocata Francesca Beretta, affiancata dalla collega Elisa Cerbone, chiedeva la dichiarazione di illegittimità del verbale di accertamento o, in subordine, la riduzione della multa perché “diversamente da quanto disposto dal Comune non è stato preceduto dalla notifica dell’avviso di infrazione ledendo oltre che i diritti della scrivente anche il proprio patrimonio”. Dal primo aprile 2023 il Comune ha stabilito che le violazioni del Codice della Strada per divieto di sosta debbano essere comunicate solo via app eliminando l’incubo del foglietto incastrato nel tergicristallo. In caso di mancato pagamento entro cinque giorni, arriva a casa il verbale di carta con le spese di notifica, pari a 11 euro per i residenti e 14 per chi vive fuori Milano.
Nel provvedimento del 22 gennaio scorso la giudice non solo osserva che “la ricorrente ha dato atto di avere scaricato l’app e il Fascicolo del Cittadino” ma si spinge molto più in là mettendo in discussione l’intero meccanismo.
“Appare evidente che, senza entrare nel merito della sanzione, il sistema introdotto ha numerose lacune (non ultima quella relativa all’assenza di segnale, come ribadito anche dal Comune) che impediscono di fatto l’usufrutto dei benefici, connessi al sistema, ai cittadini, con il paradosso che ove non vi sia il segnale, le contravvenzioni potranno essere pagate con la riduzione del 30% e senza spese di notifiche e invece ove vi siano problemi di segnale le stesse contravvenzioni dovranno essere pagate per intero e con l’aggiunta delle spese di notifiche”.
Nel documento ‘difensivo’ presentato alla giudice, lo stesso Comune, pur definendo “pretestuoso e privo di qualsiasi fondamento giuridico” il ricorso, ammetteva che “nell’applicazione si riscontrano tutt’ora alcune anomalie dovute in buona sostanza ad assenza di segnale e quant’altro così come accadeva con l’apposizione cartacea degli avvisi, che essendo esposti alla pubblica fede potevano essere facilmente asportati”.
La giudice ha ridotto la multa da 53 euro a 29 confermando il verbale, ma decurtando l’importo del 30% e delle spese di notifica.
“Una buona notizia per i cittadini milanesi che arriva dalla magistratura onoraria, che con il proprio provvedimento ha inteso ripristinare il buono, trasparente e chiaro agire della pubblica amministrazione a tutela del cittadino – è il commento di Beretta -. Imporre una modalità di notifica delle sanzioni (e della possibilità di accedere al pagamento ridotto delle stesse, senza aggravio di spese di notifica) non solo non funzionante ma anche discriminante nei confronti di tutti coloro che non possono utilizzarla, significa gravare i cittadini di oneri economici ingiusti, specialmente in un momento storico in cui molti versano in difficoltà economica”.