In moto sulle dune di una spiaggia in Sardegna, sanzionati due turisti tedeschi
AGI - Si sono filmati mentre in moto scorrazzavano sulle dune di Piscinas, sul litorale di Arbus, in Sardegna, dove erano arrivati per un tour di sei giorni, per poi pubblicare sui canali social i video e gli itinerari da percorrere in motocicletta, secondo loro, su spiagge e arenili dell'isola. Due turisti tedeschi sono stati sanzionati dal Corpo forestale regionale, che li ha intercettati a Olbia, sulla via del ritorno in Germania, prima del loro imbarco su un traghetto per Livorno. Le loro 'prodezze' sulle spiagge in aree tutelate sono vietate.
Il Corpo forestale e' intervenuto dopo aver ricevuto alcune segnalazioni su due turisti che tracciavano e pubblicizzavano itinerari per centauri su canali social specializzati. E' stato proprio l'ultimo filmato, quello girato a Piscinas, a consentire al personale del Nucleo investigativo dell'ispettorato di Cagliari di identificare i due tedeschi. Dalle successive verifiche con le compagnie di navigazione e' emerso che i due avevano in programma di ripartire dal porto dell'Isola Bianca domenica scorsa. Una pattuglia della stazione forestale di Padru li ha attesi all'imbarco a Olbia. Le violazioni contestate - transito motorizzato negli arenili e nei sistemi dunali tutelati dal Piano paesaggistico regionale - sono anche di natura penale. Per aver violato la legge regionale 16 del 2017 i due turisti dovranno pagare una sanzione di 400 euro a testa. "L'azione meccanica degli pneumatici destabilizza le dune e sradica - o comunque danneggia - la flora psammofila", spiega il Corpo forestale della Regione Sardegna, nel lanciare un appello ai cittadini affinche' segnalino analoghi illeciti al numero verde 1515 "la cui presenza e' fondamentale per l'equilibrio della spiaggia e innesca cosi' fenomeni erosivi, perche' la sabbia, non piu' trattenuta dalla vegetazione, viene rapidamente dispersa dal vento e dalle mareggiate. Chi usa le spiagge come piste per il fuoristrada non solo danneggia un ambiente naturale, ma ne compromette anche la legittima fruizione".