AGI - Più di un italiano su tre (36,5%) dichiara di preferire abitualmente i farmaci equivalenti. In particolare a sceglierli sono i pazienti con patologia cronica (43,4% rispetto al 31,4%). È quanto emerge dal VI Rapporto sulla Farmacia, presentato a Roma e a cura di Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma e con il supporto non condizionato di Teva. La raccolta dei dati, a cui hanno partecipato 1500 farmacie e 4000 cittadini (il 42,6% di essi è affetto da almeno una patologia cronica), si è svolta da luglio a settembre 2023.
L'84% delle persone interpellate ha dichiarato che negli ultimi 12 mesi ha utilizzato farmaci equivalenti, percentuale che sale al 91,3% nei pazienti con patologie croniche; tra le persone senza patologia cronica, che pur fanno uso di farmaci, tale percentuale si ferma al 74,6%. Nello specifico, la preferenza per l'equivalente è nettamente superiore tra i pazienti con patologia cronica (43,4% rispetto al 31,4%). Tra le motivazioni addotte troviamo al primo posto la possibilità di risparmiare (52,1% dei rispondenti), seguita dalla fiducia della proposta fatta dal farmacista (44%) e dalla prescrizione ricevuta dal medico (20,1%).
Anche a detta dei farmacisti, il risparmio rappresenta la leva principale che spinge le persone a scegliere il farmaco equivalente (la pensa cosi' l'82,4% dei farmacisti intervistati), segue il senso di fiducia che le persone ripongono nel farmacista (78,6%) e il fatto che l'indicazione dell'equivalente sia indicata nella prescrizione medica (49,7%).