AGI - Il feretro di Sandra Milo, l'attrice scomparsa ieri a 90 anni, è arrivato stamattina in Campidoglio, a Roma, dove è stata allestita la camera ardente. Ad accoglierla l'assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor insieme ai figli Debora e Ciro.
"Una grande donna, una grande attrice: l'ho vista una volta a un semaforo tanti anni fa e il grande rimpianto è non aver potuto conoscerla meglio". Così un uomo arrivato alla camera ardente: è stata la prima persona, dopo i figli della Milo, a entrare nella Sala della Protomoteca per dare l'ultimo saluto all'attrice morta nella Capitale all'età di 90 anni. Tanti altri i cittadini che, in questi minuti, stanno sfilando per portare un fiore all'attrice. "Già ci manca. È stata una grande artista", ripetono le persone in fila. Antonio e Patrizia, 65 anni, sono in coda e non riescono a trattenere le lacrime. "Io ho lavorato nel cinema", spiega all'AGI la donna ricordando Sandra Milo definita: "una persona speciale".
"Sandra Milo è stata un'amica e una cittadina di Roma, e il sindaco Roberto Gualtieri ha voluto omaggiarla concedendo il suo luogo più prestigioso, la Sala della Protomoteca". Così Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale, che questa mattina ha accolto il feretro e la famiglia dell'attrice nella sala capitolina. "Ne ricordiamo la grande umanità, la simpatia, l'ironia, ma certamente stiamo ricordando una delle più grandi attrici italiane del secondo Novecento, che ha legato la sua vita e la sua esperienza professionale ai più grandi registi che hanno fatto la storia del nostro cinema - ricorda -, a partire naturalmente dal sodalizio con Federico Fellini e dall'aver fatto parto di quel capolavoro della storia del cinema che è Otto e mezzo. Roma farà di tutto per ricordarla, perchè la sua storia merita di essere ricordata" .
Una persona che "ride sempre, che mette allegria. Ha caratterizzato tutto il cinema del dopoguerra, noi siamo qui a renderle l'omaggio che merita: era una donna libera". Così il presidente di Anica, Francesco Rutelli che due anni fa ha premiato l'attrice.
Non solo volti noti, ma anche tante maestranze abituate a lavorare dietro le quinte, tra quanti hanno voluto salutare la Milo oggi. Tra essi anche il suo truccatore, Gennaro Marchese che la ricorda così "lei non era una diva, ma una persona molto umile che non si atteggiava: è stato un grande onore averla conosciuta".
Sandra Milo "è luce, energia, intelligenza, ma soprattutto è una persona di casa: è la mamma della nostra Debora quindi una persona di famiglia. Per questo siamo doppiamente tristi, ma la ricordiamo con il sorriso e tutto il bello che ci lascia". Così il giornalista Alberto Matano, vicedirettore ad personam dell'intrattenimento nel daytime della Rai. Lo storico conduttore de 'La Vita in Direttà sapeva che la 90enne stava male, "ma ha preferito tenere la notizia per sè", ha ricordato la figlia della Milo, Debora Ergas. "L'ho fatto perchè è quello che desiderava Sandra", spiega Matano che la descrive come "piena di vita, energia, fascino e sensualità". Per il cinema poi, è stata "una donna unica, perchè ha saputo coniugare la sua fisicità, la sua voce, la sua risata. Accompagnate pero' da grande intelligenza e coraggio". "Una donna coraggiosa, molto avanti rispetto ai tempi che ha vissuto", conclude nel ricordo il giornalista.
"La sua ultima conduzione è stata nella mia trasmissione Bella mà lo scorso anno. Ricordo con quale dolcezza si confrontasse con i ragazzi della generazione Z. è stata una donna che ha dato più di quanto ha ricevuto". Così Pierluigi Diaco lasciando la camera ardente accompagnato dal marito Alessio Orsingher. "Spero che il mondo dello spettacolo la onori e le riconosca cio' che in vita spesso non le è stato riconosciuto", dice ricordando il David ricevuto nel 2021. "Lo desiderava tantissimo - spiega -. Un certo mondo l'ha vissuta come un'attrice che militava sempre su due registri: uno più serio e uno più ludico. In realtà, dietro la sua maschera c'era una donna intelligentissima che è stata capace anche in un periodo del nostro paese come negli anni '90 di prendere posizioni dal punto di vista politico molto coraggiose". "Sandra non era una donna ideologica. Cio' che sentiva faceva, senza calcoli nè doppi fini. Era molto allegra ma anche molto libera. A volte prendeva posizioni che potevano sembrare scomode. Ma la scomodità era anche la sua unicità", conclude.