AGI - I giudici di secondo grado della prima sezione della Corte Militare d'Appello - presieduta da Eugenio Rossi - hanno condannato a 29 anni e 2 mesi Walter Biot, il capitano di fregata arrestato il 30 marzo 2021 con l'accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di 5 mila euro. Sostanzialmente confermato dunque - dopo una camera di consiglio durata quasi 5 ore - l'impianto accusatorio della procura generale rappresentata dal sostituto procuratore generale Vincenzo Ferrante che aveva sollecitato per Biot la conferma della condanna di primo grado a 30 anni. All'ufficiale, presente in aula oggi, sono contestati i reati di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, poi il procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, l'esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, il procacciamento e la rivelazione di notizie di carattere riservato e le comunicazioni all'estero di notizie non segrete ne' riservate.
"Walter Biot non ha mai conosciuto le prove in base alle quali è stato condannato, non ha mai potuto controinterrogare nel merito i testi che lo hanno accusato in relazione alla conoscenza di fatti per i quali non ha avuto la possibilità di fare verifiche sui dispositivi informatici. Inoltre non sono stati fatti gli accertamenti più volte chiesti dalla difesa. Biot è stato condannato perchè presunto colpevole e il processo non serve a nulla". Così l'avvocato Roberto De Vita, difensore di Walter Biot, condannato dai giudici di secondo grado militare a 29 anni e 2 mesi di reclusione.
"Se la ragion di Stato in un dato momento storico deve affermare che ci sia la necessità di condannare Biot lo stato di diritto dovra' aspettare. Aspetteremo la Cassazione o quello che ne verrà dopo fino a quando non verranno affermati i diritti di ogni imputato che si confronta con una prova", conclude.