AGI - 'Stampa e tv rispettate la famiglia e non fatevi vedere piu''. E' il lungo striscione esposto fuori dalla Basilica di Sant'Angelo Lodigiano in vista delle esequie di Giovanna Pedretti, la ristoratrice morta suicida nel fiume Lambro. Nei giorni precedenti la titolare della pizzeria 'Le Vignole' era stata al centro dell'interesse e delle polemiche mediatiche per una recensione su Google del suo locale. Sul manifesto funebre, i familiari hanno chiesto di evitare l'acquisto di fiori o corone e di donare, per chi lo desidera, un contributo all'associazione 'Genitori e amici dei disabili', al gruppo 'Il Maggiolino' e alla casa di riposo Santa Cabrini.
Nel corso dell'omelia, don Enzo Raimondi ha parlato di "leoni da tastiera" che riversano "impunemente il loro odio nella rete", di "invadenza e insistenza del diritto d'informazione" di un "giudizio sommario senza appello" su di lei, esaltata per la risposta a un cliente che attaccava gay e disabili la cui autenticità è stata poi messa in dubbio.
Quello contro di lei, ha affermato il prete del paese, è stato "un giudizio sommario senza appello, senza misericordia da parte di chi parla senza sapere, senza conoscere, il rincorrersi senza un filtro di illazioni e sospetti, castelli di sabbia tirati in piedi dal giorno alla notte, pesanti come macigni, costruiti per i pruriti della gente ormai frustrata al punto da bramare le disgrazie altrui".
"Quante note stonate abbiamo dovuto ascoltare in questi giorni - ha detto don Raimondi -. Da un parte il dolore di chi si è sentito attaccare, una persona che ha sempre fatto qualcosa per rendere questo mondo migliore. Dall'altra il giudizio sommario, di chi parla senza sapere. Di chi costruisce castelli di carta, di chi cerca dove anche c'è del bene che pensa ci sia un tornaconto. Ora c'è una famiglia che chiede silenzio. Abbiamo vissuto l'invadenza, l'insistenza del diritto d'informazione, l'arroganza di chi pensa di poter distruggere. Ricordiamo l'onestà e la generosità di Giovanna".
"Un errore forse ha fatto Giovanna: aver per un attimo pensato che oltre agli estranei accusatori che hanno dubitato di lei, potessimo aver dubitato di lei anche noi che la conoscevamo. Bisogna impedire ai leoni di tastiera di distruggere tutto. Ora è il momento del silenzio. Cosa non abbiamo fatto, cosa avremmo potuto fare? Siamo convinti che non sia successo nulla di così grave. Ma quante volte Giovanna ha consolato noi, quante volte ci è stata vicina. Anche il silenzio ora, si trasforma in una parola, che dice rispetto".
Poi il riferimento a chi giudica da dietro uno schermo. "Come impedire ai leoni di tastiera di riversare impunemente sempre il loro odio e la cattiveria gratuita nella rete su chiunque dimenticando il potere distruttivo che hanno semplici parole? Ne uccide piu' la lingua della spada, come dice la ben nota massima". E quella domanda a cui nessuno potrà dare una risposta: "Cara Giovanna cosa ha pesato così tanto sul tuo cuore? Cosa ti ha tormentato fino a questo punto?".
Il feretro è stato accompagnato fuori dalla chiesa dagli applausi, testimonianza di affetto verso Giovanna Pedretti, il marito Nello e la figlia Fiorina, col lancio di palloncini bianchi in cielo e la musica di 'Heal the word', la canzone di Michael Jackson che parla dei bambini a cui la donna dedicava le sue energie nel tempo libero, soprattuto a quelli disabili.