AGI - “Il vero problema è insito nel nome stesso della malattia. Epilessia è un termine derivato dal verbo greco έπιλαμβάνειν (epilambanein) che significa ‘essere sopraffatti, colti di sorpresa’”. Il professore Federico Vigevano, Responsabile del Dipartimento dell’Età Evolutiva del Gruppo San Raffaele di Roma, interviene così in merito alla bimba di 6 anni salvata in Puglia dalle maestre a seguito di una crisi epilettica.
“Si tratta infatti di una malattia” continua il neurologo “caratterizzata dalla persistente predisposizione dell’encefalo a generare crisi epilettiche. Quest’ultime sono manifestazioni cliniche molto variegate che insorgono improvvisamente, hanno breve durata (da pochi secondi a 2-3 minuti) e sono determinate da impulsi elettrici abnormi di uno o più gruppi di neuroni ‘ipereccitabili’”.
A soffrire di epilessia, nel mondo, sono 65 milioni di persone, di cui circa 500 mila solo in Italia, dove ogni anno si diagnosticano 36 mila nuovi casi: 20-25 mila con crisi isolate e 12-18 mila con crisi sintomatiche acute. Più del 50% delle epilessie esordisce in età pediatrica e circa un terzo dei pazienti presenta crisi o convulsioni febbrili proprio a scuola.
“Basti pensare che le chiamate al 118 più frequenti da ambienti scolastici sono conseguenza di crisi epilettiche e asmatiche. Come dunque anche avallato da pubblicazioni scientifiche, le campagne educazionali e di informazione sono di vitale importanza e dovrebbero far parte della formazione obbligatoria di educatori e operatori scolastici. Perché è fondamentale sapere cosa fare e ancor di più, delle volte, cosa non fare durante una crisi”.