AGI - Autoriciclaggio di beni culturali: è questa l'accusa a Vittorio Sgarbi contenuta nel fascicolo aperto dalla procura di Macerata, a cui sono stati trasmessi gli atti da quella di Imperia perché il sottosegretario alla Cultura e critico d'arte è residente a San Severino Marche. Il caso riguarda il furto di un quadro caravaggesco del '600 attribuito al senese Rutilio Manetti, 'La cattura di San Pietro'.
L'opera, trafugata nel 2013 dal Castello di Buriasco, nel Torinese, riapparve in una mostra a Lucca nel 2021 come 'inedito' di proprietà di Sgarbi, il quale ha sempre sostenuto che si trattasse un'opera diversa da quella rubata. L'accusa è quella prevista dall'art. 518-septies del codice penale sull'autoriciclaggio di beni culturali: "Chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, beni culturali provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l'identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da euro 6.000 a euro 30.000".
Non è certo che il fascicolo di inchiesta, sempre per una questione di competenza territoriale, si fermi a Macerata. A fine dicembre i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale avevano trasmesso i risultati della loro indagine alla procura di Imperia già titolare di un'inchiesta su Sgarbi per il tentativo di vendere all'estero un quadro del pittore Valentin de Boulogne pur non essendo in possesso dell'attestato di libera circolazione o licenza di esportazione.
Del caso del quadro di Manetti si sono occupate anche due inchieste condotte dal Fatto Quotidiano e della trasmissione televisiva Report, in cui veniva segnalato il particolare di un torcia sul fondale dell'opera sostenendo che sarebbe stata aggiunta per differenziare il San Pietro esposto alla mostra "I pittori della luce" di Lucca da quello trafugato. Sgarbi, da parte sua, ha sempre sostenuto di aver trovato il quadro a Villa La Maidalchina, una villa di campagna che aveva comprato a Viterbo, e ha precisato di non aver ricevuto alcun avviso d'indagine.
"Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso", ha aggiunto. "Qualunque valutazione va fatta sull'opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato". Sul caso sono intervenute le opposizioni sollecitando una presa di posizione della premier Giorgia Meloni e del ministro Gennaro Sangiuliano.
"Basta tentennamenti, Meloni e Sangiuliano smettano di proteggere Sgarbi", ha affermato la capogruppo dem nella Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, parlando di "caso politico". "Sono accuse molto gravi che, se confermate, si sommano a una situazione già compromettente per un responsabile delle istituzioni", ha aggiunto. I 5 Stelle hanno fatto sapere che chiederanno la calendarizzazione immediata della mozione di revoca per il sottosegretario, già depositata a ottobre e ora integrata.