AGI - Si parla tanto di "cultura della legalità" e di "abituare i ragazzi alle regole", difficile però quando poi gli si sbatte in faccia la prima fregatura della loro età adulta. È accaduto nel Ragusano a decine di ragazze e ragazzi (ma il fenomeno ne riguarda centinaia in tutto il Paese): la truffa del bonus cultura. Truffa ma anche beffa perché, oltre a vedere volatilizzati i soldi - 500 euro che il ministero della Cultura riconosce ai diciottenni (da spendere per acquistare biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali, musei, monumenti e parchi archeologici, ma anche in libri, musica, corsi di teatro e lingue) -, i ragazzi non hanno neanche la possibilità di riaverli.
È toccato a mamma Margherita, una delle tante purtroppo, spiegare al figlio che "delinquenti avessero sottratto i soldi". Quando il neo diciottenne Nicola (nome di fantasia, ndr) è entrato nella 18App (l'applicazione attraverso la quale si spende il bonus) ha trovato il credito già utilizzato. Allora mamma Margherita ha esclamato: "Non ti preoccupare, in questo caso si deve denunciare".
E Nicola, con la madre, si sono rivolti alla Polizia. Solo nel Ragusano, particolarmente bersagliato nell'ultimo periodo, sono decine le denunce presentate, e in gran parte riguardano diciottenni di Modica. Dalla Questura di Ragusa precisano che per alcuni ancora "le indagini sono in corso e si sta procedendo anche attraverso le analisi del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica della Sicilia orientale, quella branca specializzata in cybercrimine, l'ex polizia postale".
"Non posso dire nulla in questo momento, ci sono indagini in corso - conferma il questore, Vincenzo Trombadore -; tutte le denunce sono state prese in attenta considerazione e stiamo procedendo per dare risposte a questi giovani vittime di truffa". Ma per altre denunce si è già avuta la richiesta di archiviazione della procura di Ragusa:
"Le truffe si sono svolte all'estero e i responsabili ignoti". Tradotto: i responsabili sono introvabili, i soldi volatilizzati. E nessuno sembra farsi carico di risarcire i ragazzi. Sarebbe bellissimo se il ministero della Cultura volesse ridare i soldi ai ragazzi. Per evitare che mamma Margherita debba spiegare a Nicola che il "benvenuto" nell'età adulta sia una porta in faccia, un risveglio tremendo per chi crede nelle regole e nel valore della denuncia.