AGI - La 18enne Serena Mollicone, "è morta tra le 13 del primo giugno 2001 e le 20.30 della stessa giornata. Una morte lenta, la sua, probabilmente a causa di un soffocamento". Lo ha spiegato, davanti alla corte d'assise di appello di Roma, la professoressa Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa del Labanof di Milano che ha redatto la consulenza con cui la procura di Cassino aveva chiesto e ottenuto il processo per 5 persone incassando però la loro assoluzione in primo grado nel luglio del 2022.
Sul banco degli imputati sono Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio Marco e la moglie Anna Maria: sono accusati di concorso in omicidio. Oltre a loro, anche i carabinieri Francesco Suprano, che risponde di favoreggiamento, e Vincenzo Quatrale, di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, che si è tolto la vita poco dopo aver raccontato agli investigatori dettagli importanti ai fini dell'indagine. Mottola padre e figlio e Suprano sono presenti in udienza.
L'anatomopatologa ha spiegato alla corte che in sede di autopsia Serena "aveva un'edema celebrale, ma senza sanguinamento. Non è la tipica emorragia, quindi forse si è trattata di una morte lenta. La ragazza non è morta sul colpo e su questo siamo tutti d'accordo. Probabilmente si arriva all'evento del decesso, perchè le vengono chiuse le vie aeree", ha concluso.
"Serena Mollicone quindi poteva essere salvata - ha aggiunto il perito - La morte non è stata immediata, l'agonia è durata da una a dieci ore e quindi la ragazza poteva essere salvata". Ultimo dettaglio di non poco conto: "Il cranio della giovane è compatibile con il buco trovato nella porta della foresteria della caserma dei carabinieri di Arce. La testa ha impattato con l'arcata zigomatica".